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Le famose "10 domande sul caldarrostai" e le risposte di Sabrina Alfonsi, presidente del Primo Municipio

Creato il 19 novembre 2013 da Romafaschifo
Rispondo alle 10 domande molto puntuali e precise sulle caldarroste di Massimiliano Tonelli, che ringrazio degli apprezzamenti. Anch’io, come altri esponenti dell’amministrazione comunale, sono una lettrice dei suoi blog.
1. Esistono altre città turistiche nel nostro Pianeta con questa densità di caldarrostari?
  2. Quando scadranno le autorizzazioni, saranno rimesse a regolare bando? Come funziona l’iter del rinnovo?
  3. Se un normale cittadino vuole entrare in questo mercato cosa deve fare concretamente?
  4. Come è possibile che quasi tutte le autorizzazioni appartengano allo stesso clan familiare? Non è pensabile una iniziativa anti-trust in questo senso?
  5. Esiste un controllo sui prezzi? Magari parametrato a prezzi di città simili a Roma? Per capirsi: come mai a Milano mangiarsi un cartoccio di caldarroste in strada costa esattamente la metà?
  6. Come è possibile che l’occupazione di suolo pubblico per questi commercianti abbia un costo così esiguo da venire ripagato in mezzo pomeriggio di lavoro? Come mai il Comune decide di regalare suolo pubblico invece di metterlo all’asta al miglior offerente guadagnandoci il più possibile? L’amministrazione è così in salute, dal punto di vista finanziario, da potersi permettere questo? Segnalo che ogni postazione incassa da un minimo di 500 ad un massimo di 1000 euro. Al giorno. Ripeto: al giorno!
  7. Nel caso remoto in cui si dovessero fare delle gare varrà comunque il terrificante “principio dell’anzianità” che è lo stesso principio che, nonostante i protocolli firmati, impedirà che qualcosa cambi alla fiera della befana di Piazza Navona?
  8. Se, come accade ogni anno, continueremo a vedere caldarrostari dovunque anche a luglio o ad agosto con 35 gradi all’ombra cosa dovremo fare? Oppure lei esclude che succederà?
  9. Quale è la contribuzione fiscale di questi soggetti? Sono esentati dall’emettere scontrino o ricevuta? Quante tasse pagano? Il Comune effettua o, meglio, sollecita dei controlli per capire quanto è l’introito mensile di queste postazioni e se tutto viene regolarmente denunciato? Sempre parlando di leggi: queste postazioni sono compatibili con il nuovo decreto Valore Cultura o lo violano?
  10. Stessa domanda sul personale utilizzato. Si tratta di lavoratori in regola? Che tipologia di contratti hanno? La licenza, in effetti, appare quasi sempre di titolarità italiana mentre i venditori appaiono quasi sempre stranieri.Cerco di rispondere punto per punto, al di là delle domande sul prezzo al pubblico delle castagne, che evidentemente segue le leggi del libero mercato, o quelle su anti trust, su lavoratori dipendenti e scontrini fiscali ecc. di cui il Municipio per legge non si occupa. O quella sulla densità dei caldarrostai mondiali che rimando a Tonelli, magari ci può fare lui una piccola e utilissima ricerca.

Alla scadenza (che è indicata nel file) le autorizzazioni saranno rimesse a bando. Se un cittadino vuole entrare nel mercato deve essere in possesso dei requisiti di legge per il commercio su area pubblica e partecipare al bando. Per quanto riguarda il criterio dell’anzianità, è un criterio previsto dalla legge regionale. Ma ci possiamo provare a lavorare, come possiamo lavorare sulla concentrazione delle autorizzazioni in capo alle stesse persone


I costi dell’occupazione sono quelli stabiliti delle delibere comunali e sono quelli che valgono per tutte le attività su suolo pubblico. Sono così bassi perché l’occupazione è minima (1 mq.). C’è una piccola discrepanza, che verrà sanata, tra ex Municipio I e ex Municipio XVII, perché uno trattava le occupazioni come “temporanee” e uno come “permanenti ricorrenti”.


Riguardo la possibilità di “mettere all’asta” le postazioni, al momento è una normativa che non è prevista da Roma Capitale e, credo, forse mi può correggere anche Tonelli stesso o qualcun altro, in nessun comune d’Italia. Per il cosiddetto “decreto valore cultura”, infine, sapete benissimo che la penso come voi e ritengo, come altri amministratori, che un regolamento debba essere fatto con urgenza.


Ripeto che i caldarrostai sono autorizzati dal 1 ottobre al 31 marzo, se li vedete fuori da questi periodi, e anche se c’è qualcosa di difforme rispetto alle piantine che abbiamo pubblicato, segnalateli, anche direttamente al nostro ufficio di presidenza. Faremo subito i controlli del caso, come è già avvenuto ieri.

Sabrina Alfonsi


*Ringraziamo il Presidente del Primo Municipio per averci risposto. Rimaniamo molto molto perplessi sul prezzo di queste autorizzazioni. Quanto costano le case al mq in vendita a Piazza di Spagna? Quanto costano le case al mq in affitto a Piazza di Spagna? E sono spazi per abitare, non commerciali. Perché dunque se un privato affitta 1 mq commerciale deve ottenere tot e se invece è il pubblico ad affittarlo deve ottenere una cifra risibile di neppure 2 euro al giorno  a fronte di centinaia di euro al giorno di incasso? Un mq di suolo pubblico è una risorsa che non può valere meno di 300 euro per sei mesi di concessione. Occorre agire qui, perché questa è l'esatta fotografia del perché il Comune di Roma si trova in difficoltà economiche: regala i propri beni a potenti, lobby, gruppi di pressione, famiglie e soliti noti. Ma qui deve agire il Comune (e forse la Regione) non certo il Primo Municipio

-RFS

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