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Le fantastiche avventure della Fenice: considerazioni sul difficile rapporto della Luna con il rosmarino

Da Lafenice
Le fantastiche avventure della Fenice: considerazioni sul difficile rapporto della Luna con il rosmarino
Ci sono stati giorni in cui una piccola e fragile piantina di rosmarino viveva nel mio terrazzo. Non avevo mai utilizzato i suoi rametti per cucinare, almeno non ancora (era talmente piccina che volevo aspettare crescesse!) ma, ogni tanto, uscivo dalla porta finestra della cucina, gli lanciavo un'occhiata veloce e gli dicevo "Ciao Ros! Muoviti a crescere che mi servi!": non avevo visto che due occhi gialli tramavano nell'ombra per boicottare il mio piano di crescita.
Episodio n°1: sabato sera. Dopo una lunga giornata trascorsa a pulire casa, ero uscita con alcune amiche. Ritorno al nido, apro la porta facendo attenzione a non calpestare la Luna al buio, accendo la luce perché mi ricordo che posso anche smetterla di tentare la sorte sperando di non inciampare, e...
proprio davanti alla porta finestra c'è una macchia nera. é in casa. è grande e grossa.
Soffoco un grido di disperazione perché, dannazione, una independent woman può anche permettersi di uccidere (o buttare nel pattume) un mostro già ucciso dal proprio gatto, prendo una ciabatta che stringo nella mano destra come fosse l'unica speranza di mantenere un pò di raziocinio e mi avvicino..
"ma va a ca*****, è solo terra!": terra? ok, non era un mostro. ok, non dovevo liberarmi dell'ultima vittima della mia gatta alle due di notte, ma.. perché diavolo dovevo avere della terra nel terrazzo?
esco e lo spettacolo che mi si presenta davanti è a dir poco raccapricciante.
il vaso bianco di rosmarino con la terra smossa, la mia piccola piantina che pende da una parte.. a dispetto dell'orario, un grido si leva nella notte "Luna ti strozzo!"
Episodio n°2/3/4/5/6/7/8/9/10: non cambia molto da un episodio all'altro. Sono sempre io che torno a casa, vado sul terrazzo e lo vedo pieno zeppo di terra. Ros pende sempre di più e perde la forza e la lucentezza della sua giovinezza. "Luna mi stai uccidendo il mio rosmarino" penso. Ma non ho ancora avuto modo di vederla in azione, quindi non so con certezza cosa faccia davvero a quella povera piantina. So soltanto che il risultato è pessimo.
Episodio n°11: epilogo.
ho appena finito di cenare, mi alzo da tavola e mi dirigo sul terrazzo, per la pattumiera. La mia vista periferica capta un ammasso di pelo grigio sopra - anzi, è meglio dire dentro - il vaso bianco di Ros e..
Mi volto immediatamente.
tiene il bacino attaccato a terra, le gambe divaricate ed il muso dentro al rosmarino.
Ha gli occhi socchiusi: il suo sguardo dice "che vuoi, sto facendo pipì!".
Immagino il rosmarino esalare il suo ultimo respiro avvelenato dall'urina della mia gatta.
Si alza, mentre io la guardo senza poter fare nulla: sonno immobile, ogni facoltà psichica e motoria andata, sparita. Ed eco che lei volta le spalle alla piantina ed inizia a seppellire i suoi bisogni. Con un balzo esce dal vaso, striscia il suo morbido pelo di gatta stronza sulle mie gambe ed entra in casa, come se nulla fosse successo.
Guardo ancora per qualche istante il rosmarino e poi.. scoppio a ridere, con i goccioloni agli occhi. Avrei dovuto sgridarla, rimproverarla, farle capire che LE MIE PIANTE non sono LA SUA LETTIERA. Ma come potevo, dai? La scena era davvero troppo divertente!


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