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In questo momento (o in questi ultimi cinque anni) di ipercrisi, trovare un lavoro non è semplice. Quella fortunella della Fenice, però, ce l'ha fatta (almeno, per qualche mese!).
Sono la nuova segretaria/receptionist di un hotel della riviera Romagnola, hotel quasi completamente frequentato da tedeschi (per la gioia del mio livello base - sotto con lo studio!) e che lavora già ora a pieno regime.
Ergo, sono arrivata nel momento di boom.
Ergo ogni giorno è un delirio di telefoni che squillano, clienti che chiedono qualsiasi cosa, colleghi che ti insegnano il lavoro e baristi che fungono da vera e propria ancora di salvezza nel momento in cui ti ritrovi a difendere da sola (nel tuo secondo giorno di lavoro) il buro da una mandria di clienti.
Le scene topiche non mancano. Quelle inerenti al lavoro sono "al confine della realtà". Un pò per l'incertezza cosmica che ogni novellino ha nel momento in cui si trova ad affrontare un lavoro che non ha mai fatto e di cui non sa davvero nulla.
Prendete ieri, ad esempio. dopo una tregua di cinque minuti dal telefono, il barista si allontana chiedendomi di guardare il bar. Speravo che nessuno si avvicinasse, ho pregato in ogni lingua a me conosciuta che Dio tenesse alla larga ogni possibile avventore ma le mie richieste non sono state esaudite.
Arriva un tedesco.
-Weize Bier, bitte! -
Ok, dato che non avevo capito "Weize" ma Weisse che significa bianco, mi sono detta "questo vorrà una birra chiara"! ecco che prendo il bicchiere, mi avvicino alla spillatrice e...
- Nein, Nein, Neeeeeein! -
Oddio che succede! mi giro e lo vedo mimare con le mani la forma di una bottiglia.
"ah ok" penso "il tedesco vuole la birra in bottiglia! e dillo subito, per Diana!".
Apro il frigo, lui supera il bancone e dice "paulaner! das ist weize bier!"
con un sorriso cinquanta mila denti gli porgo la bottiglia e addebito l'acquisto sulla sua camera.
Ma per dinci, non potevi dirmi subito Paulaner? Invece no, lui doveva dirmi Weize, che significa "frumento".
Credo che questa parola non mi uscirà mai più dalla mente.
Le scene più divertenti avvengono invece con i colleghi. Avevo conosciuto il cuoco poco dopo aver iniziato il mio turno, verso le sedici. Lo incontro nuovamente quando, alle venti, salgo in cucina per mangiare qualcosa.
Stretta nel mio tubino nero con ai piedi le mie scomodissime scarpe tacco 9 mi accomodo sull'unica sedia disponibile, sedia, chiaramente sporca di farina.
Quando, dopo aver finito di mangiare vado a portare i piatti alla ragazza del lavaggio eccolo che urla.
- Elena!! hai sporcato il vestito proprio sul c****! -
- Oddio - faccio io - grazie per avermelo detto! - insomma, non potevo tornare al buro con una macchia bianca sul fondoschiena.
- cioè, voglio precisare, non è che ti stessi guardando il fondoschiena, è solo che ho visto la macchia.. -
Scoppio a ridere mentre le sue guance si colorano di uno strano rosso-menzogna.
- si, si certo - dico io - immagino!
Così, dato che giocare è sempre divertente e non trovavo nessuno specchio a grandezza Elena (ovvero abbastanza basso da permettermi di guardarmi interamente) torno in cucina e con espressione da piccola Bambi mi giro e gli dico - ok, ora ho bisogno di te. sono riuscita a pulirmi bene!? -
Lui mi guarda - si, si, adesso va tutto bene! -
Sorrido raggiante e faccio per uscire dalla cucina quando.. mi perdo. invece della sala da pranzo ho davanti un'altra parte della cucina. e adesso?
Fortunatamente un cameriere corre in mio soccorso e mi indica l'uscita.
-grazie mi sono persa! - dico, sorridendo come al solito
Lui scoppia a ridere - capita sempre, tranquilla! -
Che vi posso dire signori: io adoro i miei colleghi! La weize bier, invece, un pò meno!
Buona giornata e buona fortuna a tutti!
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