Magazine Diario personale

Le fantastiche avventure narrate da Gattolona Pasticciona.

Da Gattolona1964

Breve sinossi.

Questa mia prima avventura nel mondo delle favole per bambini, è il primo volume di ciò che nei miei pensieri e progetti potrebbe in futuro diventare una collana intitolata “Le fantastiche avventure di Gattolona Pasticciona”.Viene narrato con dovizia di particolari, da un animale di sesso femminile peloso e molto morbido a 4 zampe, che si chiama Gattolona Pasticciona.Questa gatta, che possiede il dono della parola, ha movenze feline, ma sensibilità ed intelligenza umane, ci racconterà una delle sue innumerevoli avventure vissuta in un viaggio magico.Viene da lei narrata con entusiasmo e nei minimi dettagli, descrivendo la strana ma simpatica famiglia che conoscerà, con personaggi ancora più inconsueti ed originali.
Ogni personaggio ha proprie ed esclusive caratteristiche che lo contraddistingue dagli altri, ma sono tutti legati tra di loro da un comune segreto enorme ed importantissimo.
Catapultata a Villa Patatona ,con un viaggio super stellare, socia ONORARIA del circolo esclusivo per gatte “CAT’S FOREVER”, è la predestinata a viaggiare per il mondo per scoprire terre e luoghi nuovi:
Questa volta vi arriva confusa e stranita oltre misura, con la curiosità di sapere tutti i misteri che avvolgono la villa.
La cosa non sarà per niente facile, e verrà intralciata e scoraggiata in tutti i modi, visto che la sua presenza davvero ingombrante non risulterà gradita.
Gattolona però, dopo le molte vite che ha vissuto è un personaggio saggio e astuto, a volte maldestra, a volte malinconica, ma comunque saggia.
Poco le importa se quasi tutti gli abitanti della Villa non la vogliono: tra cadute dagli alberi, lividi, pianti, e occhiali rotti, ella va avanti per la sua strada senza perdere di vista gli obiettivi:scoprire tutti i i misteri e i segreti che animano i personaggi della favola.
Riuscirà con le sue doti di seduzione e malizia antiche a scoprire il segreto più importante?

 

Gli abitanti di Villa Patatona.

Prefazione.

Estate 2009, siamo all’Isola d’Elba, e mia figlia di 4 anni inizia inaspettatamente, a cambiare il suo dolce e affettuoso comportamento.
Ha un nervosismo inspiegabile, fa capricci in continuazione, piange disperata, non mangia quasi più, si rifiuta nel modo più categorico di fare il suo solito riposino pomeridiano, che dura in media dalle 2 alle 3 ore.
Urla spesso, adotta un comportamento aggressivo, usa varie forme di isteria, ma la cosa più illogica consiste nel fatto che dimostra molta rabbia e astio nei miei confronti.
Io e mio marito non la riconosciamo più, temiamo una grave forma di esaurimento nervoso infantile o una ipereccitabilità dovuta forse alla penicillina che ha assunto in dosi massicce dopo una malattia importante.
Nonostante tutte queste sue e nostre disperazioni, oramai giunti al limite, pensiamo di ritornare a casa, perché la vacanza si sta trasformando in un inferno.La bambina non vuole nemmeno più camminare con i suoi piedini, ma pretende di stare sempre in braccio o di rimanere seduta nel passeggino anche per fare pochissimi passi.
Altro fatto strano ed illogico, visto che ha abbandonato il passeggino da diverso tempo.
Decidiamo così di provare a studiare attentamente il suo comportamento, di capire cosa c’è che non va, dove stiamo eventualmente sbagliando, consultando medici e pediatri del luogo: i  suoi “disagi” si presentano in momenti circoscritti della giornata seguendo un rituale ben preciso.
Dopo aver fatto diversi ragionamenti ed elucubrazioni,escludendo fattori patologici importanti giungiamo alla conclusione che probabilmente il suo cambiamento e’ dovuto alla mancanza del “ciuccio” o “Pippo” come lo chiama lei.
Mancanza ahimè!! forzata e voluta dalla sottoscritta, che a maggio, considerandola una bambina grande ed autonoma decide di toglierglielo d’ufficio, dalla sera alla mattina, vedendo che quasi tutti i suoi compagni della Scuola Materna non lo usano più.
Scioccamente voglio imitare le altre madri considerandole migliori, non consultandomi con il pediatra e ne tanto meno con mio marito.
Forse le altre sono più brave nell’essere riuscite a togliere ai loro figli uno strumento così protettivo per loro?
Forse mia figlia non è all’altezza dei compagni di scuola?
In quel momento ho pensato stupidamente, che la crescita dei nostri bambini sia una gara a chi arriva per primo ad essere autonomo, a chi parla per primo, a chi non fa più pipi’ e popò nel pannolone, chi impara prima ad andare in bicicletta senza le rotelle e via dicendo..
Solo ora riconosco di aver fatto una cosa sbagliatissima, forzandola ad un’ imposizione alla quale la bambina non era certamente pronta, facendogliela subire e basta.
Ogni essere umano, soprattutto i bambini ha i propri tempi, le proprie abitudini, i propri rituali, durissimi a sradicarsi, perché sono esserini metodici e ripetitivi, con i loro gesti precisi, scanditi da un tempo che non è il tempo di noi adulti fatto di 24 ore.Lo decidono loro e soltanto loro quando è giunto il momento di staccarsi da una consuetudine che trasmette loro tranquillità e sicurezza.Chi siamo noi per poter decidere quando è il momento per staccare le loro adorate copertine di Linus?
Questa favola nasce quindi da una reale esigenza di calmare e tranquillizzare la bambina agli orari del sonno e a farle ritrovare la sua solarità e allegria.
Ho cercato con la mia fantasia e la mia voce sempre bassa e modulata mentre le raccontavo la favola di calmarla, facendole ritrovare la fiducia in me, facendole capire che della mamma poteva ancora fidarsi.Piano piano, sera dopo sera, pomeriggio dopo pomeriggio le parole prendevano forma, i personaggi nascevano spontanei e lei si addormentava tranquilla.
Con l’ausilio dell’unico strumento che possedevo, la mia fantasia l’ho aiutata a recuperare lo splendido rapporto affettuoso che aveva con me, che rappresentavo per lei il soggetto del suo “odio” momentaneo, avendola privata del suo strumento protettivo.
Volevamo rivederla serena e solare come lei è per sua natura, facendo riapparire il sorriso sul suo visino già adulto.
Con molta umiltà e tanto dolore per averla fatta soffrire, ammettendo il mio errore grossolano fatto involontariamente, mi ero resa conto di aver sbagliato.
Inutile precisare, ma voglio farlo per i cari e dolci lettori, che questo libro e’ dedicato a mia figlia Alice Aurora in primo luogo, ma anche a tutti gli splendidi bambini e bambine che lo avranno sul proprio comodino.
Lo dedico inoltre a tutti quei genitori che come me, pretendono di far crescere troppo in fretta i loro figli pensando che se il loro bambino arriva secondo in una tappa della crescita sia meno intelligente di un altro.
Ed infine un pochino è anche per me stessa, sperando che la mia fantasia e la mia voglia di scrivere non si esauriscano con questo primo tentativo di favole, ma ne possano nascere altre che siano il seguito di questa.
Mi impegno con le mie parole, la mia mente ed il mio cuore pieno d’amore per tutti i bambini del mondo a fare loro compagnia, soprattutto a quelli più soli, abbandonati, o ammalati.
Io l’ho imparato a mie spese e lo vorrei trasmettere a tutti Voi: dobbiamo avere la certezza assoluta che la Speranza è sempre l’ultima a morire e senza di essa molti di noi non ci sarebbero per vivere sulla terra, questa meravigliosa e unica avventura che è la Vita.

Se desiderate leggere le favole di Gattolona, fatemelo sapere e io le scriverò!! fabiana.



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