Le fatiche di ercole: l'idra di lerna
Creato il 28 ottobre 2013 da Giuseppeg
Si vede che la Grecia in quel periodo era
particolarmente infestata, perché pochi giorni dopo l’uccisione del
leone di Nemea il nostro Ercole era già in viaggio verso un altro brutto
mostro, ovverosia l’Idra di Lerna. Si trattava di una creatura tentacolare con
innumerevoli teste - c’è chi dice nove, o cento o mille - che non facevano altro che
sputare fiamme e il cui fiato era pestilenziale e poteva uccidere un uomo all’istante. Ora,
tanto per entrare nei particolari, si deve sapere che questo mostro era figlio
di Echidna, una creatura mezzo donna e mezzo serpente che aveva fatto un bel po’
di danni a suo tempo prima di ricevere il fatto suo da qualche eroe di passaggio. Quello che conta è che questa Echidna aveva un sacco di figli, uno più
brutto dell’altro: oltre all’Idra c’era infatti il cane Cerbero, il custode
dell’inferno dei Greci, un tale Ortro che forse un giorno incontreremo; e poi
ancora a quanto si dice le Arpie, la Sfinge, il drago che custodiva il Vello d’oro
e persino lo sfortunato leone di Nemea: insomma, una bella famiglia!
Sarà chiaro a questo punto che con quel mostro c’era
poco da scherzare, anche per uno come Ercole. Oltretutto, la creatura era anche
un pochino irritata dal fatto che l’assassino di suo fratello si presentasse in casa sua - nella palude, intendo - con l’intenzione di fare fuori anche lei! Per
fortuna di Ercole Atena, che come vedremo aveva un debole per lui, lo aveva
messo sull’avviso: “Cerca di non respirare mentre combatti, o finirai
appestato! Inoltre ti consiglio di cominciare con una buona dose di frecce
infuocate, tanto per infastidirla un po’. Ah, dimenticavo, c’è ancora un
piccolo particolare: ogni volta che spicchi via una testa, ne ricrescono
altrettante! C’è solo una testa completamente mortale: il tutto ovviamente sta nel
trovarla. Vedi un po’ tu come vuoi fare”. Detto questo se ne andò, lasciando
Ercole poco tranquillo. Comunque, dato che era un eroe, non si tirò
assolutamente indietro, e si portò come aiutante di campo suo cugino Iolao -
proprio lui, il Protesilao della leggenda!
Arrivati sul posto - una palude affumicata e tutta
piena di radici e di miasmi - non ci misero molto a identificare la bestia,
fosse solo per il numero di teste. Ercole allora preparò l’attacco: scagliò una
nuvola di frecce che però, com'era già accaduto col leone, non gli risolsero
granché la situazione, fatta eccezione per qualche orecchia bruciata e qualche dente
annerito. Allora ricorse come sempre faceva alla forza bruta: fintò l’affondo,
evitò una morsicata proprio all’ultimo momento e con un guizzo della clava fece
saltare la prima testa. Solo che, come già detto, dal collo mozzato ne
nascevano altre due, tre o anche di più. Peggio che andar di notte! Ercole era
già tutto sudato - consideriamo che era sempre in apnea! - e stava per
indietreggiare, quando il giovane Iolao ebbe un’idea brillante. Accese il
mozzicone di una torcia, fece segno all’eroe di far volare un’altra testa e
come la vide saltare in aria si avventò a cauterizzare la ferita. Risultato: la
testa non cresceva più! Allora Ercole si galvanizzò nuovamente, e le forze gli ritornarono all'istante. Prese una breve boccata d’aria tra un round e l’altro e tornò come una
furia all’attacco, mentre il compagno cicatrizzava la vittima che era un
piacere! Taglia e ritaglia, finalmente spiccò la testa giusta - che guarda caso
era l’ultima. Il corpo dell’Idra tremò da cima a fondo, diede un ultimo
scossone e fece plof! sull’acqua immobile sotto di lui. Anche questa era fatta!
Adesso potevano tornare a casa.
Come nei migliori videogiochi di tutti i tempi, il mostro reca
sempre qualche arma portentosa o qualche tesoro. L’Idra di Lerna, infatti,
aveva il sangue avvelenato, ma così avvelenato che bastava un taglietto per andare all’altro mondo in un istante. Allora lui che fece? Bagnò la
punta delle sue frecce, che divennero infallibili e letali. Anche troppo, come
si vedrà prossimamente.
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