Magazine Cultura
PUBBLICATO DA: Casa editrice Lunargento; pag 272
VOTO: 7,5
GIUDIZIO: Il mondo in cui sono giunta a conoscenza di questo libro è particolare. Un bel giorno apro la mia casella di posta e trovo un email della casa editrice lunargento che mi chiede di scegliere uno tra i libri propostomi per recensirlo e avviare una piccola collaborazione. Ovviamente per un blogger letterario non c'è niente di meglio che ricevere proposte simili così non ci ho pensato due volte ad accettare la loro proposta e scorrendo la lista di libri mi sono lasciata incuriosire da "Le favole di Isabella".
Una volta arrivatomi ho preso nota della copertina essenziale e sono andata avanti aprendo le prime pagine immergendomi nella storia (non sono una che giudica il libro dalla copertina).
Devo ammettere che all'inizio della lettura mi sono trovata un po' spaesata e confusa da questo stile di scrittura che mi ha catapultata nel romanzo senza farmici capire niente. Lo stile di scrittura particolare mi ha mantenuta estranea senza farmi diventare un tutt'uno con la storia stessa, La narrazione era poco approfondita lo scrittore faceva passare il lettore da palo in frasca senza soffermarsi su niente in particolare,background storico,protagonista o personaggi di contorno. Inizialmente non si capisce lo scopo del libro. Perché l'autore lo sta scrivendo? per narrarci la storia di Isabella? allora perché non prova a dare una parvenza di profondità a questo personaggio?
Ecco questo è quello che pensavo fino al capitolo 9 tuttavia mi sono ricreduta una volta superato questo scoglio. Una volta abituatami allo stile di scrittura e una volta che lo scrittore si è concentrato sulla protagonista e una volta addentratici nella vita di questa poetessa talentuosa realmente esistita mi sono immedesimata in lei.
Isabella deve essere stata una donna dalla grande intelligenza, molto colta e sensibile, tenuta a catena corta dai suoi stolti fratelli, bifolchi e incapaci di accettare la superiorità culturale di una donna, cercando di distruggere quanto di buono ci fosse in lei punendola per aver amato la vita.
Lo scrittore nel corso della storia ci mette a conoscenza con incredibile precisione e cura della Isabella fragile,rinchiusa in una vita troppo stretta e bigotta per una giovane donna che voleva solo potersi esprimere attraverso i versi di una poesia,versi nei quali si sentiva se stessa.
Il linguaggio è arcaico al punto giusto tanto per rimane fedele allo stile linguistico delle poesie di Isabella che vengono riportate nel libro nei capitoli e che sono toccanti e bellissime.
Ciò che riesce particolarmente bene a Franco Zizola è il far capire ciò a cui le donne dell'epoca erano costrette a sottostare, le angherie e i torti subiti dalla madre Luisa e dalla stessa Isabella da parte di uomini stolti e animali che del raziocinio e buon senso possedevano ben poco, gli stessi uomini che facevano parte della loro famiglia.
Le donne erano buone solo per sfogare i bassi istinti sessuali e per fare da serve agli uomini, mai una buona parola o un gesto d'affetto. Il linguaggio infatti di questi uomini è scurrile e volgare, scelta a mio dire consapevole di Zizola come a voler rimarcare la differenza culturale e intellettuale tra quelle che nobili lo erano davvero (Isabella, la madre ecc) e quelli che nobili lo erano solo di nome.
E alla fine quando giunge l'ora di Isabella trucidata per mano dei suoi zii e fratelli, ho pianto. Zizola ha dipinto perfettamente la scena nella mia mente e sapere che è avvenuta davvero,nella realtà, mi ha dato il colpo di grazia scossa dalla profonda ingiustizia di quell'evento. Un anima così dolce, così poetica cosi pura, insozzata e stroncata da quelle bestie.
Che dire quella di Isabella è una storia che VA CONOSCIUTA.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, spendete qualche soldo per conoscere la sua storia, per far si che il suo ricordo non muoia mai.
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