Alla fine le femministe spagnole non sono riuscite a censurare e a far arrestare la scrittrice Costanza Miriano, il loro nemico numero uno.
Il procuratore di Granada infatti ha archiviato la denuncia di 67 organizzazioni femministe spagnole che -nel nome del laicissimo principio “disapprovo quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”- hanno cercato di far ritirare dalle librerie tutte le copie dello “scandaloso” libro “Casate y sé sumisa” (cioè, “Sposati e sii sottomessa”, bestseller italiano nel 2011), sperando anche di mettere nei guai l’autrice, accusandola diincitamento all’odio verso la donna e alla violenza di genere.
Il libro non solo non ha violato alcuna legge e in «nessun caso è meritevole di sanzione penale», ma -grazie alla pubblicità ricevuta- è diventato uno dei libri più venduti negli ultimi anni. Tanto che, è già stato tradotto e pubblicato anche il secondo volume di Costanza, “Cásate y da la vida por ella”(“Sposati e muori per lei“), prevalentemente rivolto ai maschietti. Letture divertenti, con diversi aneddoti familiari assieme a consigli per le coppie, in particolare per le donne, per aiutarle nella difficile arte del crescere con gioia e pazienza una famiglia assieme al loro marito. Ovviamente all’interno di uno sguardo cattolico del matrimonio.
Le femministe spagnole hanno bruciato in piazza il libro “scandaloso”, oltre a strapparne copertina e pagine in pubblico (si veda foto). Le femministe italiane, invece, si sono accontentate di insultarla, come hanno fatto Silvia Ragusa, Michela Murgia e tante altre, pubblicando inoltre ridicoli appelli a “non comprare il libro”.
Il “matrimonio cristiano” non ha alcun legame con la donna chiusa in casa dedita alle faccende domestiche, la Chiesa non ha mai promosso tale visione. D’altra parte, la stessa Miriano è madre ma anche donna in carriera come giornalista della Rai. La “sottomissione”, inoltre, non c’entra nulla con il mettere in discussione l’uguaglianza tra uomo e donna, ma piuttosto, ha spiegato la scrittrice, «rinunciare al mio desiderio di voler formattare le persone, di voler imporre la mia visione del mondo a tutti quelli che mi sono intorno. Questa è sempre la tentazione femminile. Credo che il ruolo della donna sia mostrare all’uomo il bene e il bello possibili. Fargli da specchio positivo, dirgli quanto è importante che lui ci sia, e che metta il meglio di sé nell’impresa di costruire una famiglia, educare dei figli. L’uomo tende all’egoismo, e la donna può vincere questa inclinazione negativa dell’uomo non rivendicando, gridando, battendo i pugni, ma mostrandogli la bellezza di un amore totale, del sacrificio del proprio egoismo. La donna può essere come Beatrice per Dante, un anticipo di paradiso, e la casa diventa un luogo bellissimo in cui stare. Questa è la logica cristiana. Fare a gara nello stimarsi a vicenda, avere un pregiudizio positivo nei confronti dell’altro, dirgli: io sto dalla tua parte, mettiamo insieme la nostra siderale diversità, e cerchiamo di donarci la nostra reciproca povertà. Gridare i propri diritti non serve a niente, riconoscere che siamo peccatori, poveri, limitati, fa funzionare l’amore».
«Ho conosciuto delle femministe vere, dure e pure, quelle della prima ora, le madrine della liberazione sessuale e dell’aborto», ha scritto Costanza Miriano. «Altro che donne liberate, emancipate, autonome. Non ho mai visto persone più fragili e spaventate dalla solitudine, soprattutto quando gli anni della giovinezza erano ormai lontani». Le reazioni violente e intolleranti delle femministe della “seconda ora” mostrano che le cose, per loro, non sono affatto cambiate.