Italo Calvino curò la raccolta di fiabe, provenienti dalle diverse tradizioni regionali d’Italia, nel 1954 (il libro esce per Einaudi, nel 1956). Un lavoro attento e meticoloso, una classificazione della tradizione orale dello stivale, che durò più di due anni. Calvino affermava che il fiabesco, in Italia, è stato spesso posto in un’area afferente alla letteratura per l’infanzia, o a una letteratura che ha mosso l’interesse di letterati e studiosi quasi esclusivamente per motivi di carattere sociologico o etnografico, come nel caso delle raccolte di Pitrè o da Imbriani. Il grande scrittore ligure definiva così il suo viaggio nella fiaba: “Io m’immergevo in questo mondo sottomarino disarmato d’ogni fiocina specialistica, sprovvisto d’occhiali dottrinari, neanche munito di quella bombola d’ossigeno che è l’entusiasmo — che oggi molto si respira — per ogni cosa spontanea e primitiva, per ogni rivelazione di quello che — con un’espressione gramsciana fin troppo fortunata — si chiama oggi “mondo subalterno”; bensì esposto a tutti i malesseri che comunica un elemento quasi informe, mai fino in fondo dominato coscientemente come quello della pigra e passiva tradizione orale”. Italo Calvino, Fiabe italiane, Mondadori.Alla fiaba è assegnato il compito di costruire legami tra le regioni, di ritrovare, nel trascritto di una tradizione orale, le storie popolari, il folklore, l’immaginario collettivo, la cultura del territorio, il rapporto con i testi fiabeschi degli altri paesi, le varianti al fiabesco classico.
Alla fiaba il compito di narrare, di creare una comunità d’ascolto, di raccontare le gesta di principi e principesse, di bambine dai cappuccetti rossi, di nani e di giganti, di fate e di streghe, di animali parlanti, di sfortune e di magie, di ipotizzare un lieto fine. Nel suo viaggio nella fiaba Italo Calvino aveva immaginato che le fiabe sarebbero state lette dagli adulti e narrate ai bambini e ai ragazzi. E ai bambini e ai ragazzi, attenti ascoltatori delle fiabe italiane, ma anche agli adulti desiderosi di risentirle, è dedicato il nostro progetto-mostra dal titolo Viaggio con figure nelle fiabe italiane di Italo Calvino. Un progetto che invita a leggere le fiabe, a entrare nell’universo di un genere letterario “magico” e a scoprire le figure che queste fiabe hanno suggerito. Diciotto illustratori, dieci italiani e otto francesi, sono stati invitati a interpretare, con il proprio segno, l’Italia delle fiabe che Calvino mette in pagina. Ad ogni illustratore è stata assegnata una fiaba: ne è uscita una speciale galleria di figure, di stili e tecniche diverse, pronta per essere visitata. Illustratori in ordine di apparizione: Valérie Dumas, Pia Valentinis, Yan Nascimbene, Agnese Baruzzi, Georges Lemoine, Michel Galvin, Vanna Vinci, Germano Ovani, Antonio Marinoni, Simona Mulazzani, Mauro Evangelista, Sébastien Orsini, Chiara Carrer, Agostino Iacurci, Charles Dutertre, Vittoria Facchini, Géraldine Alibeu, Isabelle Chatellard. Sulla copertina del catalogo la foto della fotografa francese Sophie Bassouls, con interventi della giovane artista canadese Keri Smith.Domenica 27 marzo, presso Biblioteca Edmondo De Amicis, di Anzola dell’Emilia, l’inaugurazione della mostra. Ad accogliere il pubblico gli amministratori e i politici che hanno sostenuto il progetto, la responsabile della Biblioteca, il professor Antonio Faeti, l’illustratrice e fumettista Vanna Vinci, l’attrice Marica Morichetti.Silvana Sola
Magazine Cultura
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