Le fobie più conosciute sono la claustrofobia (paura degli spazi chiusi) e l’ aracnofobia (paura dei ragni), ma esistono fobie molto più bizzarre come la fobia delle bottiglie stappate, la fobia delle ombre e la fobia del vento.
Questo termine deriva dal greco «phobos» che significa panico, terrore, fuga. Ha inoltre la sua radice in una divinità dallo stesso nome che incuteva terrore ai nemici; i guerrieri dipingevano la sua effigie sulle armi. Ancora oggi il termine mantiene il significato originario; siamo tuttavia in grado di descriverlo più accuratamente.
Una fobia è una percezione della realtà talmente esasperata da creare una reazione di paura patologica, cioè qualcosa di totalmente incontrollabile che porta la persona a scappare o evitare quella situazione e richiedere aiuto e protezione continuamente; oppure ricorrere (come chi soffre di fobia ossessiva compulsiva) a pratiche rituali di tipo propiziatorio o riparatorio che esorcizzano la paura.
La fotofobia è la peggiore delle fobie: è la paura d avere paura, l’ attacco di panico e il timore di averlo, una patologia di cui soffrono almeno 2 milioni di italiani.
La fobia è una bugia del cervello, lo afferma Rosario Sorrentino, fondatore e direttore dell’ Ircap (Istituto di ricerca e cura degli attacchi di panico della Clinica Pio XI di Roma).
"La fobia spaventa la persona perché scopre di essere vulnerabile, fragile e la sua esistenza appare precaria. Per tutti i fobici valgono comunque le stesse reazioni: quando i sensi colgono un pericolo (un forte rumore, un’ immagine paurosa, un sentimento sgradevole) le informazioni prendono due differenti strade nel cervello. Per prima cosa, quando è spaventato, il cervello attiva automaticamente una linea rossa di emergenza al centro della paura, la amigdala, un sensore della paura a forma di mandorla nel lobo temporale di ciascun emisfero. Una volta attivata, l’ amigdala invia l’ equivalente di un bollettino che allerta tutte le altre strutture del cervello. Il risultato è la classica risposta della paura: mani sudate, tachicardia, aumento della pressione sanguigna e una scarica di adrenalina. Tutto questo accade prima che la mente si renda conto dell’ aver sentito o toccato qualcosa: prima di sapere perché si ha paura, si prova la paura. Solo dopo che la risposta alla paura è attivata, la mente cosciente entra in funzione e il corpo si mette in allerta. Infatti, mettendo il cervello in allerta, l’ amigdala scatena una serie di cambiamenti nella chimica e negli ormoni del cervello che mettono l’ intero organismo in allarme:
- aumento dell’ ormone dello stress
- aumento del battito cardiaco
- aggressione o fuga: l’ adrenalina entra nei muscoli preparando il corpo a lottare o a scappare
- arresto della digestione: per essere certo che l’ energia non vada inutilmente persa nella digestione, il corpo talvolta svuota il tratto digestivo attraverso il vomito involontario, l’ urina e la defecazione." Sicuramente non sono cose piacevoli, ancora meno se sei una di quelle persone che soffrono di queste paure. Di solito non mi piace parlare delle cose negative, ma in un processo di cambiamento prendere coscienza della situazione attuale é di fondamentale importanza. In questo caso invece di darti dei suggerimenti di come fare per migliorare la situazione ti consiglio di risolverla direttamente: perché è possibile! Quale è tra queste paure quella che più ti tormenta? paura di perdere il controllo di se stessi e delle funzioni dell’ organismo paura di volare paura dell’ altezza paura di perdere persone care paura degli animali paura di stare soli paura degli spazi chiusi paura del rifiuto sociale paura delle malattie paura del proprio aspetto Se ti ritrovi in alcune di queste paure o considerazioni e vuoi sapere come lasciarti alle spalle la tua paura ti consiglio di cliccare il link in fondo. Non importa cos’hai creduto, pensato o sentito in precedenza...OGGI PUOI CAMBIARLO !!!
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