(Chi desidera leggere l’allegato tecnico può cliccare sul link seguente: aia arvedi allegato AT_Arvedi_AreeNord_2014_DEF)
L’acciaieria Arvedi, aree Nord, ha ottenuto l’aia, ovvero l’autorizzazione integrata ambientale che consente la gestione. Per la verità l’attività è consentita legalmente in alcune parti non coperte da Aia: viene considerata sufficiente l’autorizzazione dei vigili del fuoco.
Trovandoci vicini a un’industria di così notevole importanza, è utile studiarla, capire quanto possibile. L’Arvedi può far parte di un movimento di superamento dell’economia che impatta con molta forza sul territorio? Che cosa non convince nei rapporti con un impero economico internazionale di simile importanza? Che cosa ci insegna questa azienda? Un industriale può essere solo essere amato o odiato? Se ne può solo parlare o tacere?
Si nota intanto che l’integrazione dell’industria con l’ambiente non c’è, né nei fatti né nella cultura espressa dal documento dell’autorizzazione del settore Ambiente della Provincia, specialmente dall’allegato di 67 pagine.
Del Parco del Morbasco si parla così, nell’allegato:
“l’area del Morbasco, uno degli ambienti di maggior pregio naturalistico nei dintorni della città in quanto è uno degli ultimi ambienti umidi e boscati di ripa di un corso d’acqua di piccole dimensioni; tale area rappresenta, inoltre, per la sua particolare collocazione topografica, un preziosa barriera sonora, visiva e di protezione dall’inquinamento atmosferico tra l’area industriale e gli abitati di Cremona e Cavatigozzi. Data la sua indiscutibile importanza naturalistica questa zona è stata ricompresa nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) denominato “Parco del Po e del Morbasco”, che si estende nei comuni di Cremona e Gerre de’ Caprioli, e che comprende le aree rivierasche del Lungo Po riferibili alla zona compresa tra la sponda del fiume, il sistema delle difese idrauliche e le aree del corso superiore del Morbasco da Cavatigozzi al Quartiere Po Nord. Il complesso IPPC in questione dista circa 100 metri dal confine del PLIS”.
Per fortuna c’è il Morbasco così non servono altre barriere fonoassorbenti? Il Parco del Morbasco esiste per far convivere centro abitato e industria?
No. E’ un Parco, si giustifica da solo, non come tramite o “filtro naturale”, non è un “parco oggetto”. Ma tutto l’ambiente è trattato come oggetto ed è inevitabile. Questo linguaggio dell’industria rivela il sistema in cui siamo immersi interamente e senza in quale non viviamo anche criticandolo.
E il Parco Locale di interesse sovracomunale, Plis, esiste per abbellire e favorire l’industria?
No. Industria e natura non si integrano. Non viviamo nelle “Affinità elettive” di Goethe, dove il grande poeta e scrittore meditava sulla possibile armonia tra tecnica e natura, lavoro e natura, industria e ambiente. S’è persa la cultura.
Inoltre l’allegato spiega che il progetto originario delle aree nord è stato modificato.
Le fognature non erano complete, ma l’azienda garantisce (per autocontrollo o in che modo?) che la falda idrica non ha corso alcun pericolo.
Chi sapeva che le fognature interne non erano complete? Dove sono i dati?
Qualcuno pensa che informare significhi stimolare il “terrorismo mediatico”. Così siamo disinformati.
Non c’è sintesi tra industria e cittadinanza, né tra industria e democrazia, per la democrazia è prodotta e controllata dall’industria. Idea estremista? Pessimista? È possibile sostenerla con altri documenti in nostro possesso.
Il prelievo d’acqua da parte dell’Arvedi è di 650mila metri cubi all’anno.
Un impatto enorme sull’ambiente.
Al di fuori del progetto originario c’è anche un magazzino adibito a stoccaggio di coils (se ne producono un milione e 700mila l’anno). Il peso dei coils è stato sopportato dal terreno? Sì, lo garantisce l’azienda. Sappiamo qualcosa dei comtrolli? No.
L’azienda ha seguito procedure di valutazione datate ’77.
E poi la roggia Malazzina.
Questa roggia si beve le acque reflue industriali, e nemmeno è dotata di un depuratore dedicato, perché l’azienda sostiene di seguire procedure sicure.
Saranno tecnologie meravigliose: le vorremmo vedere applicate in tutta Italia ed Europa dagli enti terzi (ce ne sono?) che fanno comtrolli.