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Le foto del lavoro in Puglia

Da Brunougolini
Le foto del lavoro in Puglia
Arrivo a Bari, leggo sui giornali pagine e pagine dedicate al pugliese Tarantini, sosto davanti al busto di Aldo Moro, emblema di un altra Puglia. Quella che ritroviamo alla Festa nazionale del PD dedicata ai temi dell'economia e del lavoro. Partecipo alla giuria per un concorso particolare. Non per eleggere nuove miss intraprendenti. L'obiettivo è scoprire "il lavoro che non si vede", Ed ecco l'immagine dell’altra Puglia. Hanno aderito al concorso soprattutto ragazzi e ragazze, spesso precari. Con fotografie di lavori poco conosciuti, come quelli delle donne che ricamano abiti da sposa.
La giuria (oltre al sottoscritto Michele Casella del Pool magazine, Marco Fraddosio fotografo, Ludovico Fontana  del Corriere del Mezzogiorno) alla fine sceglie per l’assegnazione del premio finale un ex-aequo. La cifra è modesta (300 euro) ma quel che vale è la citazione, l'uscita dall'anonimato e la pubblicazione poi delle opere in un calendario curato dal PD pugliese. I due vincitori sono Giovanni Quinto e Andrea Melato.
Il primo ha ripreso un lavoro tradizionale delle campagne pugliesi, la cernita dei pomodori. Una foto dai colori mescolati che ricorda un quadro di Van Gogh. Le donne curve voltano le spalle, i visi non si vedono. Posso immaginare un pezzo dell'esercito di immigrati senza diritti che popolano le nostre terre e partecipano a produrre la ricchezza del Paese. Un lavoro che non si vede anche nel senso che quasi sempre non viene riconosciuto, non gode delle tutele riservate ad altri. Il titolo dell'opera sembra scherzare con un passato lontano:"La Cellula rossa".
La seconda opera ha una forte carica emozionale. Rappresenta un operaio reduce da un cantiere edile o da un azienda siderurgica per via dell'elmetto protettore che porta ancora in testa. È appena entrato in casa e, pur esprimendo nel viso il peso della fatica accumulata, abbraccia e culla il piccolo figlio. Un "secondo lavoro", quasi sempre assegnato alla donna lavoratrice e che in questo caso tocca al maschio. L’autore, il giovanissimo Andrea Melato, ha posto come  titolo queste parole "Il Lavoro Più Importante: Essere Genitore". Una scelta non banale che porta alla ribalta il cosiddetto "lavoro di cura" e che parla più di tanti documenti.
È uno dei temi che attraversano questa Festa promossa nel pieno della crisi che scuote il Paese. Una scelta spesso contrastata, tesa a radicare il PD nel mondo del lavoro. Con interventi di tanti dirigenti (Fassina Letta D'Alema Gabaglio Damiano D'Antoni Santini e molti altri). Un modo per far capire che non si può immaginare una futura necessaria rinascita, senza affrontare i problemi di una crescita produttiva che porti anche a una crescita dei diritti. Un riconoscimento del ruolo e della dignità del lavoro. Lasciando alle spalle i faccendieri alla Tarantini.

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