…sbattute in prima pagina, non sono la “realtà” e quindi in quanto tali inopinabile. Il tema non è la foto. E’ come viene usata. A corredo di cosa.
Sono lo scalpore, la ricerca del “visto” e non dell’osservato.
Su nessun quotidiano on line straniero sono state usate come le abbiamo usate in Italia. A noi manca la cultura del racconto, del tempo dedicato alle immagini. Fagocitiamo qualsiasi cosa. Ormai siamo bulimici compulsivi di fotogrammi.
Anche questa è la cultura del Paese. E mi ha stupito sentire autorevoli voci del giornalismo, a me care, dissentire da questa mia posizione. Non si tratta di censura. Si tratta solo di come raccontare le cose. Come un giornalista non scrive telegrammi, un fotografo non produce solo immagini depauperando il rapporto tra gli occhi e la mente, così chi decide come fare un giornale può farlo in modo diverso.
L’Italia ha segnato un altra volta un passo diverso rispetto al resto del Mondo. Ma d’altronde siamo il Paese del premier che alla morte di Gheddafi ha detto: Sic Transit Gloria Mundi