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Le frasi temporali in prosa

Creato il 23 agosto 2013 da Pamelaserafino

Tutte le arti hanno un comune sottofondo sensoriale, esperienziale, fenomenologico, che coniugano in maniera differente tra di loro e al loro interno, moltiplicandolo all’infinito. Perciò, leggendo un bellissimo libro sulla danza L’arte della coreografia di Doris Humphrey mi è capitato di trarne alcune riflessioni sulla scrittura. Di seguito riporto le considerazioni scritte dall’autrice nel suo libro a proposito dell’organizzazione del movimento nel suo disegno temporale.
“la forma generale della frase è qualcosa che abbiamo ereditato dai nostri antenati più lontani nella storia dell’evoluzione umana. Io la identifico in origine, con i suoni istintivi emessi da milioni di gole umane per esprimere emozioni di vario tipo: paura, rabbia, soddisfazione, desiderio di accoppiamento, dolore, eccetera. Nel corso di lunghi e laboriosi secoli questi suoni sono stati elaborati in una forma di comunicazione più consapevole, che ha portato al linguaggio e poi alle arti della letteratura e della musica. Fin dalle primissime fasi del loro sviluppo, questi suoni avevano una loro struttura temporale, con due precise caratteristiche: la loro lunghezza era limitata dal respiro, e avevano una fase ascendente e una discendente di intensità e di velocità, come l’emozione da cui erano originati. Queste espressioni istintive erano già, a mio avviso, delle frasi che hanno conservato fino ad oggi le stesse componenti che avevano in quell’era primordiale. E cioè, la moderna forma temporale della comunicazione- nella musica e nella danza come nel linguaggio- è legata alla durata media di un respiro e segue fasi ascendenti e calanti del sentimento. Parliamo e cantiamo, scriviamo musica melodica, poesie e opere teatrali in frasi”.
Durante la scrittura in prosa o dopo durante il processo di revisione, possiamo soffermare la nostra attenzione sulla lunghezza delle nostre frasi, procediamo quindi a rileggere ad alta voce le singole frasi e accordiamole alla durata del nostro respiro. Sarà interessante notare la differenza di pausa a seconda delle situazioni che descriviamo. In particolare questo procedimento può essere interessante utilizzato nell’analisi dei dialoghi tra personaggi, per cadenzare il loro carattere o il loro stato emotivo. La prosa viene piegata dall’autore per produrre i suoi ritmi. Quindi possiamo dire che in prosa il disegno temporale si scandisce nel ritmo della prosa.
Riportiamo come esempio l’analisi del seguente passo dei Promessi Sposi.
Nella strada chiamata la Corsia de’ Servi, c’era e c’è tuttavia un forno, che conserva, lo stesso nome; nome che in toscano viene a dire il forno delle grucce, e in milanese è composto di parole così eteroclite, così bisbetiche, così selvatiche, che l’alfabeto della lingua non ha i segni per indicarne il suono. A quella parte s’avventò la gente. Quelli della bottega stavano interrogando il garzone tornato scarico, il quale, tutto sbigottito e abbaruffato, riferiva balbettando la sua trista avventura; quando si sente un calpestìo e un urlìo insieme; cresce e s’avvicina; compariscono i forieri della masnada.
Serra, serra; presto: uno corre a chiedere aiuto al capitano di giustizia; gli altri chiudono in fretta la bottega, e appuntellano i battenti. La gente comincia a affollarsi di fuori, e a gridare: Pane! Pane!Aprite!Aprite!
Si osservi il primo periodo, lungo e complesso, il frantumarsi del ritmo prodotto dall’introduzione brusca della precisazione e c’è tuttavia, dalla ripresa del vocabolo nome dopo il punto e virgola e della triplice ricorrenza di così. Poi il ritmo cambia all’improvviso: la frase che segue brevissima, senza interruzioni rende ritmicamente il drammatico avventarsi della folla. C’è ancora un periodo in cui il collegamento fra proposizioni avviene per subordinazione e quindi si passa alla coordinazione, in corrispondenza con la conciliazione dei fatti descritti, e all’asindeto, e al raddoppiamento di Serra, serra; presto, presto e poi di pane! Pane! Aprite!aprite! dove anche la punteggiatura, isolando ogni parola, e passando dalla virgola e dal punto e virgola al punto esclamativo, contribuisce a produrre effetti di ritmo sempre più incalzante.


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