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Le gocce miracolose

Da Fiaba
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Venerdì 08 Febbraio 2013 09:09 Scritto da Martilla

gocce-miracolose
Nonno Amilcare era un vecchietto arzillo e con una salute di ferro, sempre allegro e di buon umore. Quando si ammalava, però, si spaventava un sacco e aveva paura di morire, così tutte le volte si incamminava su per una stradina ripida e scoscesa (se fosse stato davvero in punto di morte non ce l’avrebbe fatta) fino a un modesto santuario che stava in cima a una collinetta, e raccomandava la sua anima a una Madonnina piccina piccina, pregava per i nipotini e ritornava giù, senza voler farsi aiutare da nessuno.

Accadde un giorno che Amilcare non riuscì ad alzarsi dal letto perché aveva un terribile mal di schiena. Si fece aiutare da un suo vicino di casa (Amilcare era vedovo, e viveva solo) che lo aiutò a sistemarsi in poltrona e gli diede un’aspirina.

Amilcare provò a sollevarsi dal caldo giaciglio, ma le gambe non lo ressero, gli facevano troppo male.

Venne il dottore che visitò il nonno da capo a piedi.

- Lei ha l’artrite reumatoide- diagnosticò il medico.

- Oddio, sono spacciato!-.

- Ma no, ma no, le prescrivo una pomata, un antidolorifico da assumere per bocca, ma soprattutto stia al caldo e non faccia sforzi inutili. Ha sicuramente preso del freddo-.

- Ma io devo assolutamente andarmi a raccomandare alla Madonnina della Pieve, altrimenti sarà la fine!-.

- Ma cosa dice, può benissimo pregare da casa, ci mandi qualcuno dei suoi nipoti-.

Nonno Amilcare era molto addolorato, non poteva muoversi dal male alle ossa, e nei giorni successivi i suoi figli e i suoi nipoti lo aiutarono in tutto: colazione, spesa, pranzo, cena, pulizie, bagno. Per un omino attivo e scattante come Amilcare era un vero supplizio non poter essere autosufficiente.

Col tempo, però Amilcare cominciò ad abituarsi alla situazione, finché non guarì, e dovette riprendere la sua vita normale. Purtroppo era rimasto così condizionato dal dolore dell’artrite, che aveva paura a fare qualsiasi movimento, temeva di cadere e di non riuscire a rialzarsi.

Perciò continuava a recitare la parte del malato, un po’ per scaramanzia, un po’ per autosuggestione.

- Allora, come andiamo oggi?- domandò il medico.

- Ma, insomma, dottore, mica tanto bene. Continuo ad avere un forte dolore alle ossa, non riesco a dormire..-.

- Ma come, dovrebbe essere guarito da un pezzo!-.

- Quale guarito, quale guarito, guardi come mi trascino!- si lamentò Amilcare- Non avrebbe qualcosa da darmi, un’altra pomata, un antidolorifico più efficace, veda lei..-.

Il medico, che aveva capito l’antifona, tornò l’indomani con una boccetta di vetro trasparente che conteneva un liquido altrettanto trasparente.

- Queste- spiegò ad Amilcare- sono gocce portentose, sperimentate negli Stati Uniti e promosse con successo. Le prendono tutti i signori della sua età, e ottengono grandi risultati. Metta tre gocce in un bicchiere d’acqua per tre volte al giorno. Dovrebbe sentirsi meglio già da domani-.

- La ringrazio infinitamente, dottore! Seguirò senz’altro il suo consiglio- disse il nonno con sollievo.

Le gocce erano davvero miracolose: Amilcare le assunse con regolarità e tornò il vecchietto arzillo, allegro e scattante che tutti conoscevano. E salì su per la famosa stradina per andare a ringraziare la Madonnina dell’Acero. Sembrava proprio cambiato; avrebbe potuto far capriole.

I figli e i nipoti, stupiti e sconcertati da questo repentino e concreto miglioramento, si recarono dal medico per conoscere la sostanza e i principi attivi di queste straordinarie gocce.

- Dottore, il nonno è ringiovanito, non sembra più lui!-.

- Mi fa molto piacere, Giacomino!- si compiacque il medico, sorridendo.

- Ma si può sapere cosa ci mette in queste miracolose gocce?-.

- Acqua distillata- concluse il dottore.



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