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Le grinfie su Cocolicchio

Creato il 05 luglio 2013 da Trame In Divenire @trameindivenire

Quella in calce, è la lettera che Vito Pinto (ormai ex presidente), ha scritto a chiarimento delle sue dimissioni dall'associazione Culturale Cocolicchio.

C"è chi, non contento di aver utilizzato la politica, per lunghi anni a proprio uso e consumo, ha pensato bene (male!) di portare la propria esperienza in seno a questa associazione che, fino a pochi giorni fa, si è sempre distinta nell'essere al disopra delle parti. Le dimissioni di Vito non solo altro che una manifestazione di sdegno a queste modalità portate, con prepotenza, in seno all'associazione.

Avendo collaborato più volte, con soddisfazione e immenso piacere (oltre che gratuitamente e senza nulla chiedere in cambio per le mie prestazioni e donazioni) con l'associazione Cocolicchio e in particolar modo con Vito Pinto, tengo a manifestare con decisione il mio personale sdegno per quanto è accaduto (risvolti compresi) nei sui confronti e di riflesso nei confronti dell'associazione. A lui in mio sostegno e la mia solidarietà.

Così Vito Pinto a una testata locale:

<<A seguito dell'articolo di mercoledì 3 luglio inerenti le mie presunte "spontanee" dimissioni ritengo opportuno fare alcune precisazioni. Dopo anni di intenso impegno coronato dal successo di numerose manifestazioni per le quali mi sono speso quale Presidente e manovale, profondendo, oltre che lavoro intellettuale e manuale, ingenti quantità di sostanze economiche personali per garantire la buone riuscita degli evento promossi dall'associazione Cocolicchio, sono stato costretto a dimettermi perché vessato, già da tempo, da alcuni personaggi che hanno sobillato l'assemblea a votare contro di me. Ragione di tanto livore la scelta di collaborare per alcuni eventi in comunione, così come nello spirito più puro dell'associazionismo, con altre associazioni operanti sul territorio dell' associazione Cocolicchio.

Rimarcando che sono l'unico a possedere una abitazione votata all'agriturismo, che ben si presta ad accogliere anche altre situazioni conviviali, sono stato vittima di un linciaggio morale e psicologico pilotato a decostituirmi dal ruolo che con orgoglio ed impegno ho svolto e che ritenevo legittimo ed auspicabile che continuassi a svolgere. Amareggiato da tanta poca propensione all'apertura a forme culturali che siano foriere di crescita per tutti, mi riservo al seguito di quanto accaduto di adire le vie legali contro quanti sino a questo momento si sono ritenuti in diritto di giudicare il mio personale operato>>.


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