Le idi di marzo: un film audace nei contenuti ma trattenuto nella forma

Creato il 20 dicembre 2011 da Persogiadisuo
LE IDI DI MARZO (THE IDES OF MARCH)
Di George Clooney
USA, 2011
Dramma politico
Con Ryan Gosling, George Clooney, Evan Rachel Wood, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Max Minghella e Marisa Tomei
Se ti piace guarda anche: Il Candidato, Leone per agnelli, Syriana, Taxi Driver
Candidato a 4 Golden Globes, tra cui miglior dramma, miglior regista e miglior attore protagonista
Il rampante e brillante addetto stampa Steven (Ryan Gosling) è al servizio, al fianco di Paul (Philip Seymour Hoffman) del candidato democratico Morris (George Clooney), ma viene corteggiato dal rivale Tom (Paul Giamatti) e sedotto dalla stagista minorenne Molly (Evan Rachel Wood): due imperdonabili errori che..faranno decollare la sua carriera.
È la solita storia su quanto sia corrotta la politica, e su quanto siano corrotti o corruttibili anche i più idealisti e all’apparenza integerrimi personaggi che ne fanno parte. Eppure è una storia sempre attuale, attualissima, soprattutto in un momento di gravissima crisi come questo. Il succo è che ogni politico, anche quello che appare migliore, ha cadaveri nell’armadio, e che nessuno, ma proprio nessun presidente o aspirante tale sappia resistere al fascino di una stagista e/o di una minorenne..Senza parlare delle frecciate alla stampa (impersonata dalla figura viscida della giornalista del Times di Marisa Tomei) e di tutti i suoi meccanismi, altrettanto loschi e immorali. La disillusione di Clooney, il quale si impegnò in prima persona a sostenere Obama, sembra insomma immensa e la sua tesi pare sostenere che non si possa davvero trovare onestà in un ambiente pieno di squali. Questa sua opinione è messa in scena nel più classico dei modi, nel perfetto stile hollywoodiano al quale Clooney ci ha abituato nelle sue prove da regista, sempre ammirevoli per l’impegno politico e anche per la capacità di riunire cast stellari e allestire grandi set con mezzi a dir poco esigui (appena 12 milioni il budget di quest’ultima opera che raggruppa premi oscar e due degli attori emergenti più in voga). Ma se si cerca audacia nelle scelte narrative o tecniche allora bisogna guardare altrove, perché il Clooney regista è fedelissimo al cinema classico hollywoodiano che tanto ama e che rende i suoi film atemporali, degli instant classics adatti a un pubblico di 40 anni fa come a quello attuale, il che per certi versi può essere un pregio, ma personalmente considero un peccato non volersi confrontare con più innovative tecniche espressive. Lode comunque all’impegno e al coraggio di Clooney regista, produttore, sceneggiatore (assieme al Grant Heslov regista di L’uomo che fissa le capre e Beau Willimon che adatta il proprio lavoro teatrale) e attore (in un un ruolo peraltro scomodissimo). Suggerisco di ripescare a questo punto due film con Robert Redford: Il Candidato per quanto riguarda il lato “marcio” della politica, e Leoni per agnelli per assistere alla messa in scena della passione per la politica.   E voi quale Clooney preferite? L’attore o il regista? VOTO: 7-


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