La tabella dei ssegni protosinaitici elaborata
da Butin
Mi proponevo scrivendo questo post di rispondere parzialmente al prof. Pittau. Epperò mi è venuto fuori proprio quello che lui non voleva vedere: un guazzabuglio millenario. Il professore mi boccerà di certo. Almeno spero che si diverta, per lo meno quanto mi sono divertita io. Inizierò dal lontano 1932:“Non abbiamo tentato, in questa sede, di stabilire una comparazione con gli altri alfabeti, ma solo di dare una tabella dei segni così come li abbiamo rinvenuti, sebbene nel disporli abbiamo tentativamente seguito l’ordine dell'alfabeto Fenicio” Romain F. Butin (1).
Così scriveva Butin nella sua review del 1932, un corpus aggiornato, per l’epoca, dei documenti in proto-sinaitico. Butin descrive e mostra foto di 32 documenti trovati nel Sinai e di 2 trovati in Palestina nel 1929: il coccio di Gezer e quello di Tell-el-Hesi (Fig. 2). Con quello che lo studioso definisce un mix di caratteri sinaitici e fenici, i due documenti ancora oggi tengono in scacco gli epigrafisti, ma la loro valenza storica è indubitabile. Albright lamentò all’ epoca che questi primi documenti proto-cananaici venissero negletti (2), ma si sarebbe rifatto alla grande negli anni successivi (3). Altre ne comparvero di queste epigrafi “pazze”, nella terra di Canaan, a tutt’oggi scarsamente interpretabili: il professor Pittau li definirebbe un guazzabuglio, ma sono un guazzabuglio ben documentato, un mix di caratteri proto-sinaitici, proto-cananaici, elementi ideografici con suggestioni egizie, e forse qualche volta con caratteri sillabici (4). Un piccolo assaggio in figura 2. In modo geograficamente speculare, altri di questi casini epigrafici ci arrivano dal cuore profondo dell’ Egitto: ne ho parlato ampiamente nel passato, cito qui solo il sigillo di Deir Rifa, le scritte del Kahun, le iscrizioni di Wadi-el-Hol (con la loro “impossibile” Tanit), la statua di Gebel Tingar (Elefantina). Tutti dalle profondità del II millennio a.C.. Tutti testimoni di un processo senza precedenti: quando i Cananei rilessero i geroglifici e si re-inventarono la scrittura buttando sul mercato un alfabeto che ancora oggi, volenti o nolenti, coscienti o meno, stiamo utilizzando. Difficile dire se furono davvero i primi a farlo, visto ciò che sta emergendo dalla Siria, ma se non altro ci lasciarono delle testimonianze inequivocabili.
sighi a lèghere