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Come già detto in altre occasioni, i risultati delle ricerche su Google (ma anche su altri motori di ricerca che utilizzano criteri analoghi) non sono neutrali, né identici per ogni utente: più persone che eseguono una stessa ricerca, dunque, otterranno risultati diversi, calibrati in base ad alcuni fattori. Un primo fattore è la lingua con cui utilizziamo Google, mentre un altro è il paese da cui ci stiamo collegando: un francese che usa la versione in lingua francese di Google, otterrà risultati diversi da un giapponese che utilizza la versione di Google in lingua giapponese, anche se stanno cercando la stessa cosa. Questo criterio era in funzione già da tempo, ma è destinato a diventare sempre più forte dopo l’introduzione del Knowledge Graph, il quale aggiunge ulteriori discriminanti su base geografica, legate alle statistiche di ricerca dei vari paesi. E fin qui, nulla di nuovo. Altri fattori che determinano il risultato delle nostre ricerche su Google sono legato alla nostra storia personale, cioè alle ricerche che abbiamo compiuto in passato e ai risultati che abbiamo selezionato: i siti che clicchiamo più spesso, o che visitiamo più spesso, tenderanno ad avere una posizione migliore nei risultati delle nostre ricerche, mentre i siti che abbiamo deciso di bloccare non compariranno proprio e abbasseranno nei risultati delle ricerche eventuali altri siti, che si appoggiano o linkano molto questi siti bloccati. Su questi fattori “personali” abbiamo una certa possibilità di controllo, attraverso la pagina delle impostazioni di ricerca di Google.
Nella scheda dei risultati di ricerca, la prima opzione che troviamo è quella relativa all'attivazione o disattivazione del filtro SafeSearch, che serve a filtrare e bloccare tutti quei risultati di ricerca che sono valutati come “di natura sessuale”: un classico filtro per la cosiddetta salvaguardia dei bambini”, insomma, che anche Google mette a disposizione dei tuoi utenti. Come per tutti i filtri di questo tipo, i risultati di ricerca da bloccare sono scelti in base ai calcoli di un algoritmo: non è garantito quindi che tutti i siti “sconvenienti” saranno bloccati, proprio come non è garantito che saranno bloccati soltanto i siti di quel tipo. Gli errori sono sempre possibili e questo filtro non è comunque sufficiente a sostituire un controllo genitoriale, come è specificato nella stessa pagina in cui si descrive il SafeSearch. A ogni modo, chi lo volesse usare potrà anche regolarne la severità, utilizzando l’apposita barra. Previsioni Google Instant è una voce che riguarda quei suggerimenti di ricerca, ma anche quei risultati di ricerca, che appaiono mentre stiamo ancora scrivendo ciò che vogliamo cercare: sono un tentativo di risparmiarci tempo e proporci in anticipo ciò che potremmo voler cercare, a volte con risultati parecchio buffi. È possibile decidere se attivare questa funzione, nonché specificare come utilizzarla: le tre opzioni sono “sempre attiva”, “mai attiva”, oppure “attiva solo quando la connessione è sufficientemente veloce”. In questo ultimo caso, l’impostazione è attiva, di base, ma è pronta a disattivarsi automaticamente se la nostra connessione dovesse diventare troppo lenta; si riattiverà poi quando la connessione sarà tornata decente. Subito sotto è possibile anche specificare quanti risultati vogliamo per ogni pagina, da un minimo di dieci a un massimo di cento: come è ovvio, questo determinerà quanti risultati avremo in ogni pagina di ricerca su Google. Scendendo ancora, possiamo decidere cosa succederà, quando cliccheremo su uno dei risultati di ricerca: di base, le nuove pagine si apriranno nella stessa scheda in cui abbiamo effettuato la ricerca, ma possiamo decidere di farle aprire in una nuova scheda selezionando appunto la voce “Apri ogni risultato selezionato in una nuova finestra del browser”. Le ultime due voci sono decisamente più interessanti e coinvolgono in modo molto più diretto il nostro account su Google (se ne abbiamo uno): per modificare entrambe, infatti, sarà obbligatorio l’accesso al nostro account. Inoltre, entrambe le voci hanno un grosso peso sia sui risultati di ricerca, sia sulla nostra privacy (la seconda voce in particolare). Blocco di risultati indesiderati ci consente di creare una lista con un massimo di 500 siti che dovranno essere bloccati, per qualunque motivo noi vogliamo. Se blocchiamo un sito, le sue pagine saranno escluse dai risultati delle nostre ricerche e potrebbero essere penalizzati nei risultati anche tutti quei siti che, per qualsiasi motivo, si appoggiamo molto ai siti da noi bloccati. Inoltre, Google specifica anche che le nostre “liste nere” potrebbero essere utilizzate (ma non si sa con quale peso) per la regolazione intera delle ricerche; in termini più comprensibili, un sito bloccato da molti utenti potrebbe anche subire una qualche penalità nelle ricerche di altre persone. Cronologia delle ricerche è una funzione che, a seconda dei punti di vista, può essere utile, oppure inquietante. Google registra tutti i risultati delle nostre ricerche, proprio come un browser registra tutte le pagine che abbiamo visitato: in entrambi i casi, questa è chiamata “cronologia”. Nel caso di Google, questa cronologia è salvata all'interno del nostro account e da lì possiamo decidere se attivare la funzione (normalmente è attiva), disattivare la funzione, cancellare alcuni risultati o cancellare tutti i risultati. Questa funzione può avere una sua utilità, nel caso in cui noi vogliamo ritrovare i risultati di una nostra vecchia ricerca, ma presenta anche aspetti meno piacevoli. Oltre ai vari dibattiti sulla privacy, la cronologia delle nostre ricerche influenza i risultati delle nostre prossime ricerche, adattandole a quelli che sono i nostri gusti e le nostre preferenze, oppure agli argomenti che, in passato, abbiamo ritenuto più utili. In altri termini, se voi cercate spesso argomenti porno e, anche nelle ricerche normali, tendente a cliccare tutti i risultati che sembrano porno, Google deciderà che voi siete pervertiti e nelle vostre future ricerche i risultati porno saranno favoriti rispetto agli altri, adeguandosi ai vostri interessi. Giusto per fare un esempio, sia chiaro. Anche questo dimostra come i risultati delle ricerche su Google non siano neutri, ma dipendano dalla storia personale di ogni utente. Nella sezione Lingue del menu di sinistra possiamo specificare la lingua da utilizzare (come è ovvio), nel caso in cui questa lingua sia diversa da quella in cui stiamo utilizzando Google. La sezione Posizione, invece, determinerà quanto sarà precisa la geolocalizzazione dei risultati di Google. Di base, Google cerca sempre di fornirci risultati che siano quanto più possibile pertinenti al luogo in cui ci troviamo: se cerchiamo locali o negozi, ad esempio, come primi risultati dovremmo trovare quelli geograficamente più vicini a noi. Anche il luogo su cui si aprirà Google Maps dipende da questo. È una funzione su cui è dunque necessario spendere qualche parola in più. Aprendo questa scheda, abbiamo la possibilità di inserire l’indirizzo preciso del luogo in cui ci troviamo, se vogliamo inserirlo. Se lasciamo in bianco questo spazio, Google cercherà comunque di scoprire dove ci troviamo, perché “Google fornisce sempre i risultati che ritiene siano più pertinenti alla ricerca effettuata” e “la località è uno dei fattori che utilizziamo per fornire questi risultati pertinenti”, eccetera eccetera: parola di Google. Se stiamo utilizzando un cellulare, la localizzazione è molto semplice e precisa: basterà guardare la cella da cui ci stiamo collegando. Nel caso di un computer, o di una connessione non mobile, Google utilizzerà il nostro indirizzo IP, per cercare di individuare la zona da cui ci stiamo collegando; i risultati saranno inevitabilmente approssimativi. Altra possibilità è quella di ricorrere alla Google Toolbar, se l’abbiamo installata: una delle sue funzioni è “la mia posizione” e si può immaginare benissimo a cosa serva. Non è possibile disattivare la geolocalizzazione dei risultati; anche se non specifichiamo il luogo in cui ci troviamo, Google cercherà lo stesso di scoprirlo. Per limitare i danni, può essere utile scrivere comunque una località, ma limitandosi al paese (per esempio, “Italia”). Se proprio vogliamo evitare ogni tipo di localizzazione, dovremo ricorrere a un proxy (anche se così troveremo risultati pertinenti al paese in cui si trova il proxy, che per noi potrebbero essere inutili) , oppure utilizzare un altro motore di ricerca, come DuckDuckGo.
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