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Le incontinenze di un mezzo vincitore: Helmut Marko

Da Carlo69 @F1Raceit
Appunti markol

Published on gennaio 10th, 2013 | by Giulio Scaccia

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Roma, 10 gennaio 2013. Helmut Marko, dopo il terzo mondiale di Sebastian Vettel, ne ha per tutti, con alcuni obiettivi privilegiati.

Bisogna sapere perdere nella vita. Ma bisogna anche saper vincere. Forse è ancora più difficile quando non sei né un pilota né un Team Principal, ma un semplice consulente, seppur di peso. Helmut Marko ha avuto la grande bravura ed allo tempo fortuna di scoprire e valorizzare Sebastian Vettel. Inoltre è riuscito ad accodarsi ad una “cordata” potentissima capitanata da Dietrich Mateschitz, il magnate austriaco fondatore della Red Bull, che ha sicuramente ben altro stile rispetto al connazionale ex pilota di scarso talento.

Dopo il Gp del Brasile, Marko ne ha avute per tutti: per la Ferrari, rea di aver chiesto un chiarimento alla FIA per le bandiere contestate durante il Gran Premio ad Interlagos, per Mark Webber, compagno di squadra di Sebastian Vettel, a suo dire inferiore ed incapace di reggere pressioni o ben comprendere la vettura. Per ultimo Alonso e di nuovo la Ferrari, scomodando anche il Drake.

Per non parlare come ha trattato due stagioni orsono Jaime Alguersuari, reo di non aver agevolato, anzi di non essere sparito, in un giro di prova di Vettel.

Ora poi ha un nuovo pupillo: Nico Hulkenberg. Si prepara un 2013 pesante per il povero Mark, anche se l’australiano ha le spalle forti e la testa pensante.

Marko ha avuto la possibilità di salire sul treno giusto. E ne ha avuto anche la capacità. Per definire il suo modo di essere, mi piace definirlo con una parola della lingua italiana andata in disuso: protoquamqaum. E’ la maniera di definire una persona che parla dandosi delle arie e dimostrando protervia ed arroganza.

Sarà che Marko parla tanto forse anche perché teme che il suo pupillo Vettel possa prendere presto il volo per altra destinazione?

Il silenzio è dei forti. Chi parla ed aggredisce forte non è.

 


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