(@MaurizioChisari)
Abbiamo cercato di conoscerlo meglio. Lui è Maurizio Chi. E’ da poco uscito con una hit radiofonica che ci appare molto di più di quello che sembra. Ci hanno proposto una intervista con Maurizio e portandola a termine abbiamo scoperto che Maurizio Chi è un artista a tutto tondo che spazia dalla danza alla cura dell’immagine e ci ha incuriosito non poco. Ecco a voi l’intervista. Buona lettura.
Maurizio da “Non te la tirare” a “Gli occhi al mare” “hai capito” cosa è cambiato?
Diciamo che tecnicamente non è cambiato nulla nel senso che tutte e tre le canzoni uscite in questi mesi (“Non te la tirare“, “Hai capito” “Gli occhi al mare“) sono nate nello stesso periodo. L’animo è sempre lo stesso, cambia però l’intenzione. Con le prime due canzoni volevo far emergere atmosfere più spensierate anche se portano con sé un messaggio solo all’apparenza leggero. Con gli occhi al mare l’intenzione era cambiare registro.
In occasione del nuovo singolo hai varato, così, la “paperboat” e nel video, all’orizzonte, si intravede un delfino. Idealmente ti senti più vicino alla figura che ti rappresenta sulla barca o al delfino nel mare?
Mi sento più vicino al delfino nel mare. Sulla barca c’è un navigante. Vivo più l’istinto da delfino che il raziocinio da Maurizio.
Tu sei catanese. Quanto c’è della tua terra nella tua musica?
Della mia terra ci sono io. Sono siciliano in tutto, nei modi, nei pensieri, nell’anima e nello spirito. Poi sono un etneo e quindi ho l’abitudine di rinascere sempre dalle mie ceneri. Nella musica c’è sicuramente l’influenza di tutti i cantautori che stimo e il poter guardare oltre vivendo in un’altra terra mi ha permesso di sognare altre mete e di poter imparare il senso e il valore di altre culture.
Da isolano dando soddisfazione alla tua curiosità cosa ti sorprende del tuo viaggio?
La mia curiosità l’ho sviluppata fin da subito. Provengo dalla Danza e con i miei genitori sono stato abituato al viaggio. Mi sento un po’ come scriveva Sgalambro nella sua “Teoria della Sicilia” secondo la quale l’isolano si sente sempre un po’ prigioniero della propria Terra e questa situazione di apparente prigionia fa venire voglia di viaggiare fino al punto di sentire la nostalgia delle radici. Nostalgia che può scatenare il forte impulso del ritorno a casa. Questa sensazione mi accompagna anche nei miei viaggi.
Cosa ti ha spinto a sceglire una forma di linguaggio ulteriore rispetto a quello del corpo?
Probabilmente la danza non mi bastava più come credo che, un giorno, non mi basteranno più le parole per continuare ad esprimere ciò che provo. La comunicazione si complica sempre più. Speriamo ancora di “essere umani” per citare una hit del momento. Intanto continuo a danzare e le parole continuano ad essere una felice scoperta oltre la scuola.
Cosa pretendi da te stesso?
Di essere una persona perbene e in pace con me stesso.
Quando hai compreso che eri pronto per il tuo percorso artistico-musicale?
Quando ho raggiunto la cifra di tre e zero anche se ho cominciato a scrivere a 18 anni confrontandomi con il mio amico di sempre: Placido Salamone. Quindi credo che tutto ciò sia dettato dal bisogno di esprimere la maturità finalmente raggiunta.
C’è anche una ricerca stilistica nel tuo linguaggio abituale che parte dalle uova blu e termina…?
Oltre alla mia parte musicale devo dire che, avendo fatto l’istituto d’arte, mi piace coltivare una attenzione spasmodica per l’immagine e la produzione. I colori per me sono fondamentali e rispetto ai precedenti video con “Gli occhi al mare” ho preferito dare risalto ai colori naturali . Amo i dettagli.
Parlando di immagini di cosa ti parlano i tuoi sogni: di luoghi? Di voci?
Mi piacerebbe veder cantata la mia musica da chi viaggia fino al punto di ritrovarsi nelle parole e nei loro significati. Il confronto è il tema principale del progetto musicale appena uscito. Se poi devo immaginare la mia musica cantata da altri artisti che dirti? Ce ne sono tanti
Quando ti ascolti che effetto ti fai?
Io mi dissocio molto. Vivo il confronto da tecnico e mi perdo un po’ l’emozione che, invece, spendo tutta quando compongo.
Cos’è che non ti fai passare?
La mancanza di disciplina. La disciplina l’ho presa dalla danza che già punta di suo alla perfezione e amo sempre ricercarla quando lavoro e creo o vivo senza però rinunciare mai a commettere errori che sono fondamentali per crescere.
Quali i prossimi tuoi passi?
Radio, Radio, Radio, sperando ci accolgano i grandi network… Tutto ciò sognando il live.
Che rapporto hai con l’estate?
Mi piace e mi piace pensare che la gente possa avere qualcosa di nuovo di cui parlare.
E…
“Sogni, progetti e viaggi da rifare e tutta l’ironia che si drovrà riconquistare e gli occhi al mare per non dimenticare che, per non naufragare, ci si deve confrontare”. Una piccola pillola che è secondo me una legge di vita sempre più necessaria.
[tube]https://www.youtube.com/watch?v=lzH-vObLjBQ[/tube]
https://www.youtube.com/watch?v=lzH-vObLjBQ
di Giovanni Pirri