Qualcuno di voi avrà sicuramente sentito Berlusconi lamentarsi del fatto che le nostre istituzioni sono imbrigliate e non gli consentono di governare. E molti di voi certamente lo avranno criticato e ne avranno pensato peste e corna. Ma anziché sputare odio, chi di voi lo ha biasimato si fermi un attimo a ragionare seriamente. Si chieda: ma sarà poi vero quello che dice? Oppure lo dice perché così ha la scusa per non attuare le promesse fatte? Vediamo un po’.
Berlusconi dice:
Noi abbiamo a che fare con un impianto istituzionale che è stato così fatto dai padri costituenti, che avevano la preoccupazione di non consentire al governo di essere forte dopo 20 anni del regime fascista. In effetti hanno dato tutto il potere al parlamento, al capo dello Stato e alla Corte costituzionale, e hanno assolutamente imbrigliato in tutti i modi il governo e il presidente del Consiglio…
Purtroppo è vero. Se aprite un qualsiasi libro di storia, soprattutto quelli non smaccatamente partigiani, apprenderete che la maggiore preoccupazione dei nostri padri costituenti, dopo venti anni di regime fascista, fu evitare che il futuro governo della Repubblica avesse i normali poteri che qualsiasi altro governo del mondo ha (nella costituente ci furono diverse discussioni in proposito). In altre parole, il Governo italiano oggigiorno non esprime un vero e proprio potere autonomo rispetto agli altri poteri (come per esempio accade in USA), ma è diretta espressione del Parlamento e al Parlamento risponde. Il Parlamento pertanto può sfiduciarlo o può dargli la fiducia. Questo comporta un sistema macchinoso e farraginoso che poi ha determinato sia l’estrema fragilità dei nostri Governi (con periodi di carica di appena qualche settimana), sia l’abuso da parte degli stessi di alcuni strumenti normativi creati per scopi differenti (come il decreto legge).
Berlusconi dice:
Quando decidiamo una legge avendo avuto l’ok dal presidente della Repubblica e da tutto l’enorme staff che lo circonda e che interviene puntigliosamente su tutto, la mandiamo poi in parlamento…
È vero anche questo. Il Governo ha un proprio potere di presentazione dei disegni di legge (DDL) al Parlamento, che vengono vagliati da entrambe le camere: prima dall’una e poi dall’altra. Se una delle camere approva il DDL nel suo testo originale o emendato (cioè modificato secondo le indicazioni dei parlamentari che lo emendano), e passa all’altra Camera, e questa a sua volta lo modifica ulteriormente, il DDL deve necessariamente ripassare nuovamente alla Camera precedente per essere approvato nuovamente. In altre parole: il testo di un DDL deve essere approvato nel medesimo testo da entrambe le camere. Ecco perché si parla di bicameralismo perfetto.
E ora vi domanderete: qual è l’effetto di un siffatto assurdo meccanismo? Beh, il primo effetto è che il DDL che viene approvato dal Parlamento (diventando legge) rischia alla fine di essere completamente diverso e stravolto rispetto a quello proposto dal Governo, vanificando magari l’azione di quel Governo (immaginiamo che il DDL fosse un punto del programma elettorale).
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