Chi è Mara Dyer
di Michelle HodkinMondadori-Chrysalide
in libreria dal 19 giugno
Attenzione: SPOILER.
Era solo un gioco. Eppure Mara non voleva partecipare alla seduta spiritica con le sue amiche Rachel e Claire. Sei mesi dopo, Mara si risveglia dal coma in una stanza di ospedale. E le sue amiche sono tutte morte. Cos'è successo quella notte al manicomio abbandonato? Perché Mara è l'unica sopravvissuta? Orribili allucinazioni iniziano a perseguitarla e un dubbio si insinua nella sua mente: e se fosse stata lei a causare quelle morti, come aveva predetto la seduta spiritica? L'incontro con il turbolento, bellissimo Noah potrebbe essere la sua salvezza o la sua definitiva condanna. Perché anche Noah ha un segreto, legato al grande mistero che la tormenta. Chi è Mara Dyer?
Incontro Mara Dyer in un pomeriggio di maggio quando, sul mio account gmail, arriva una strana lettera...
Mara Dyer non è il mio vero nome. È stato il mio avvocato a consigliarmi di scegliere uno pseudonimo. Lo so, è strano avere un nome falso, ma credetemi, in questo momento è la cosa più normale della mia vita. Anche raccontare questa storia potrebbe essere una mossa un po’ azzardata. Ma se non fosse per la mia lingua lunga, nessuno saprebbe che il colpevole di tutti gli omicidi è una persona di diciassette anni, grande fan dei Death Cab for Cutie. E nessuno saprebbe che, da qualche parte là fuori, la stessa persona ha la media dell’otto a scuola e all’attivo quasi lo stesso numero di vittime. Invece è importante che voi lo sappiate, se non volete essere i prossimi.
Ed ecco che, senza volerlo, mi ritrovai nel vortice “Mara Dyer”: curiosità e voglia di leggere questo libro si combinavano in un mix esplosivo, creando aspettative, strani paralleli e tanta, tanta curiosità. Sapete, involontariamente mi aspettavo un nuovo libro sulla scia di “The Gap” o di “After”: un thriller ambientato nel dorato (e marcio) mondo dei teenagers americani, atrofizzati da imput di una società focalizzata sull'apparire piuttosto che sull'essere, società in cui la gelosia diventa il movente migliore per eliminare i propri problemi, a qualsiasi costo. Per quanto esasperazione di una cultura storicamente indirizzata verso “la massa”, li trovo comunque interessanti ed intriganti, strani viaggi nella mente umana e nella sua possibile pazzia. Dopo aver letto Chi è Mara Dyer, invece, mi sono resa conto che non potevo aspettarmi cosa più sbagliata.
La storia si dipana su due piani differenti, elevandosi (nel finale) verso una dimensione fantastica ed improbabile, che lascia davvero senza parole. Inizialmente, grazie alle parole della Hodkin, siamo portati a pensare che la protagonista di questo libro, Mara, non soltanto abbia qualche serio problema mentale, ma sia completamente pazza. Proprio questo è il pensiero che ci accompagna fino a tre quarti del libro quando, con nostro sommo sconcerto, comprendiamo che la catena di morti inspiegabili che sembra seguire la nostra cara Dyer come una mosca attratta dalla sporcizia, non soltanto è direttamente collegabile alla nostra protagonista, ma deriva direttamente da lei in quanto impersonificazione adolescenziale de – rullo di tamburi – il tristo mietitore. Ebbene si miei cari, la nostra Mara Dyer, ragazza paranoica e psicotica che arriverà a ustionarsi un braccio nell'acqua bollente della propria vasca da bagno (uno dei punti più alti di questa storia, quasi ironico mi viene da dire), non è altro che una versione un po' emo, un po' post rock e, in definitiva, teen, della morte. Quando qualcuno la fa arrabbiare, si dimostra intollerante, o la spaventa lei lo uccide.. con la sola forza della mente. Ad elevare la trama ci pensa poi il bello, dannato ed Edwardiano, Noah, perfetto contrario di Mara. Perché? Perché se Mara è la morte lui è.. la vita, un guaritore dall'animo da rock star, innamoratosi della nostra protagonista prima ancora di averla conosciuta, per nulla spaventato dalle tenebre che avvolgono la sua “girlfriend” anzi, votato alla sua difesa. Che dirvi: ho provato un'immensa delusione. Avrei preferito una storia più equilibrata e meno paranormale, dove si analizzava un solo elemento (come la pazzia della protagonista, ad esempio) e dove non fosse inserita un'identità assolutamente “sopra le righe” come quella di una teenager incarnazione della morte. Avrebbe potuto essere molto più alto: questa svolta paranormal l'ha fatto davvero precipitare al suolo.
Positivo, invece, il giudizio sulla struttura data dalla Hodkin al suo libro. Veloce, accattivante, e totalmente cinematrografica, proprio come piace a me.
Peccato che raccontasse vicende al quanto.. deludenti.
Voto: 1 mela e mezzo.