Finalmente riesco a parlarvi di un libro che aspettavo con trepidazione e che, da pochissimo, ho finito di leggere. Arriva sul Diario la recensione di Garden: Il giardino alla fine del mondo di Emma Romero!
Garden – Il giardino
alla fine del mondo
di Emma Romero
Mondadori Chrysalide
pagg. 271
prezzo: 14,90€
aprile 2013
Il ritardo è
negligenza.
La negligenza è
disordine.
Il disordine è
perdizione.
Maite è tra le operaie
più efficienti nella fabbrica in cui lavora. In fondo non ha scelta:
se commettesse un'infrazione sarebbe punita con la morte. Maite
coltiva in segreto la sua passione, il canto, e sogna di raggiungere
il leggendario giardino alla fine del mondo, dove si narra vivano i
ribelli in completa libertà e dove pare siano sopravvissute le
lucciole. Perché il suo paese è diventato una prigione fredda e
spoglia. Dopo una lunga guerra, l'Italia è stata divisa in Signorie
e, per impedire il ritorno al caos, le arti e le scienze sono
riservate ad una casta di eletti, mentre gli esclusi sono condannati
a una vita di obblighi e privazioni. L'unica fonte di svago è la
Cerimonia, la grande festa celebrata per l'anniversario della
Rinascita. Maite ha sempre voluto esibirsi su quel palco, ma il
giorno in cui potrà finalmente ottenere il suo riscatto scoprirà
che, in un paese che ha ucciso ogni speranza, anche dai sogni si può
desiderare di fuggire..
Quello della Romero è un
libro dalle grandi possibilità non totalmente espresse.
La trama risulta
convincente, per quanto vi siano alcuni punti più “dilatati” e
taluni incredibilmente “contratti”. È una questione di ritmo: se
la prima parte scorre con una certa lentezza, dando al lettore il
modo di abituarsi ad un mondo distopico e lontano dal proprio modo di
vivere, la seconda parte, sicuramente ricca di avvenimenti scorre
talmente veloce da lasciare indietro alcuni particolari molto
importanti. ATTENZIONE _ SPOILER: prendiamo, ad esempio,
Einar. Compare nella narrazione in modo inaspettato, giocando un
ruolo di vitale importanza in quello che è lo svolgimento del plot.
Il problema, però, è il suo rapporto con la protagonista, Maite: le
spegne la sveglia facendola arrivare in ritardo al lavoro, la cerca e
vuole aiutarla a cambiare la situazione politica del loro paese. Il
tutto perché, da piccolo, aveva già avuto modo di conoscerla in una
circostanza a dir poco pericolosa. C'è anche un abbozzo di
sentimento tra i due, sentimento che viene percepito ma non
analizzato. Quello che ho faticato a comprendere è la natura di
questo sentimento, la necessità di un incontro simile ai fini della
storia e l'importanza di questa situazione. Insomma, anche senza
Einar la storia avrebbe potuto proseguire senza tanti problemi ed
intoppi, magari con meno romance e più azione, ma non credo sarebbe
stato un gran problema, dato che di romance, comunque, ce n'è poco.
ATTENZIONE _ FINE SPOILER.
È molto interessante l'idea
stessa alla base di Garden: un mondo lontano, dominato da una
elite dispotica decisa a dominare una popolazione ridotta in
schiavitù. Ancora più interessante, il fatto che si tratti di un
libro italiano, ambientato in suolo nazionale: dopo tanti libri
stranieri, finalmente giochiamo in casa! Non riesco, però, a dirvi
di essere convinta di questo libro fino in fondo: l'inizio mi faceva
davvero ben sperare, soprattutto per la cura che la Romero riservava
ai dettagli ed ai ricordi della protagonista, necessari per farci
capire il mondo in cui Maite ed i suoi amici vivono. La seconda
parte, però, essendo così veloce e, soprattutto, densa di
situazioni non analizzate in profondità – SPOILER: la morte
di Lucilla è destabilizzante in quanto improvvisa e terribilmente
egoistica, l'idea dell'esibizione finale di Maite viene messa in
secondo piano dalla rivolta popolare.. FINE SPOILER.
É un buon libro, con una
chiusa che mi fa ben sperare nell'uscita di un secondo capitolo – e
davvero d'effetto! - ma con alcuni punti deboli che non posso far
finta di non vedere.
Voto: 3 mele (meno, meno!)





