ATTENZIONE SPOILER!
la cover
“Matty non era più un bambino, ma neppure un uomo, non ancora. Ogni tanto usciva di casa e si metteva davanti alla finestra per misurare quanto era alto. Se un tempo arrivava a malapena a premere la fronte contro il davanzale di legno, ora la sua altezza gli permetteva sia di guardare dentro senza alcuno sforzo, sia di vedersi riflesso nel vetro man mano che indietreggiava nell'erba alta.”
Ultimamente la maggioranza di libri che passano sotto i miei occhi sono libri che amo definire d'intrattenimento: alcuni sono scritti bene, altri un po' meno, hanno una storia accattivante ed attraente, regalano emozioni più o meno forti e riescono a distrarti al termine di una lunga e piena giornata. Essendo libri d'intrattenimento, per l'appunto, assolvono il loro compito regalandoti una breve finestra temporale su di un mondo impossibile ma universalmente sognato, un mondo in cui, a dispetto di qualsivoglia difficoltà, il bene trionfa, il lieto fine è assicurato ed il sogno diventa una calda e tangibile realtà. Poi ci sono i libri che definisco “da riflessione”, libri che ti spingono a riflettere per lungo tempo sulle parole dell'autore, sul messaggio che ha voluto dare a chi ha letto i suoi pensieri e sulla realizzabilità della sua visione. Nella più completa ignoranza, lo ammetto, mi sono imbattuta proprio in uno di questi libri con il Messaggero della Lowry. Non avevo mai letto nulla di questa autrice e della sua serie, vuoi per mancanza di ispirazione in merito, vuoi per vera e propria mancanza di attrazione. Poi ho avuto modo di leggere l'ultimo capitolo di questa trilogia e sono stata letteralmente catturata. La voce narrante è esterna. Racconta le vicende del giovane Matty in una terza persona fondamentalmente onnisciente, nel senso che conosce sia il passato, sia il presente in corso d'opera, sia il futuro. È una voce che ci racconta con estrema dolcezza e con la tenerezza che soltanto un adulto che conosce il mondo, la vita e l'essere umano può avere, la vita di un giovane ragazzo alle prese con il primo amore, con un dono che non comprende fino in fondo e con un mondo che velocemente sta cambiando proprio sotto i suoi occhi. Ecco una delle cose che mi ha colpito maggiormente nella voce narrante: la comprensione e la pacatezza che soltanto la maturità, quella vera, fatta di anni che si sedimentano uno sopra l'altro, può dare. La maturità di chi sa cosa significa bene o male in quanto li ha sperimentati sulla propria pelle, la maturità di chi sa che soltanto l'esperienza e l'azione portano alla crescita e, perché no, alla stessa maturità.
l'autrice
Con il tono pacato che contraddistingue questo libro dall'inizio alla fine, la Lovry ci regala una storia del tutto attuale. Ci racconta di un mondo, quello di un piccolo villaggio, in cui ai valori della fratellanza, dell'altruismo e della bontà si stanno sostituendo anti-valori come l'egoismo fine a sé stesso e la ricerca del proprio tornaconto personale. La diversità inizia ad essere guardata con disprezzo, la necessità diventa un fardello che nessuno vuole portare, l'apertura verso il prossimo una chimera ormai irraggiungibile.Soltanto un unico gesto d'amore può guarire il mondo dal male che lo sta divorando: soltanto un ragazzino, lo stesso Matty, grazie alla forza del proprio dono ed alla consapevolezza di avere una missione da compiere, a qualsiasi costo, mettendo da parte il proprio egoismo ed il proprio benessere, “guarisce” il mondo stesso arrivando a dare la propria vita per quella degli altri. La vita di uno che salva la moltitudine, il coraggio della giustizia che distrugge, grazie alla propria luce, l'oscurità dell'egoismo. Il messaggio è forte e chiaro, il male perfettamente rintracciabile, il bene l'unica strada da percorrere per evitare conseguenze sempre più oscure, sempre più distruttive. Che dirvi: questo libro riempie l'anima.Voto: 5 mele.