Magazine Opinioni
David nella sua vita aveva sempre avuto un’attrazione per donne complesse, anzi complicate. Donne nevrotiche con ampi e profondi tratti psicotici. Tre su tutte erano riuscite a scavare nella traballante psiche di David dei solchi profondi. La più complessa, quasi indescrivibile dal punto di vista del profilo psicologico, era Nanni. Ma anche Lucia e Paola si erano guadagnate l’attenzione classificatoria di David. In quelle tre donne, David aveva condensato tutte le possibili varianti delle instabilità psicologiche femminili. David era stato sempre incuriosito dall’introspezione psicanalitica ed aveva preso a studiare approfonditamente i testi sacri della psicoanalisi. Dapprima con un intento quasi ludico, poi, sempre più con l’accanimento suo classico. Smontare i meccanismi psicologici delle persone che incontrava, soprattutto delle donne con cui allacciava relazioni, era diventata una prassi consolidata. Peraltro, il suo lavoro psicoanalitico sulle sue prede non era nemmeno limitato dalla deontologia professionale a cui devono, loro malgrado, sottostare i terapeuti professionisti.
Nanni, in questo senso, rappresentava la più alta sfida per David, niente altro come psicoanalista che un volenteroso neofita. David aveva presto appreso che la nevrosi è sostanzialmente un disturbo dell’adattamento. Nei nevrotici il rapporto con la realtà risulta essere disturbato, difficile da gestire, ma c’è ed esiste. Caso diverso e più grave è quando si manifesta una psicosi, in cui la relazione con la realtà è di fatto gravemente compromessa o addirittura inesistente. Nel corso del suo percorso autodidattico, David aveva appreso che esistono moltissimi tipi di nevrosi: nevrosi fobica, nevrosi isterica, nevrosi d’ansia, nevrosi ossessiva. Ma è molto difficile trovare una nevrosi pura. Infatti nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali , si trovano molto spesso delle indicazioni diagnostiche che rimandano ad una nevrosi mista o comunque altre indicazioni relative a patologie diverse che possono essere presenti nello stesso soggetto. I primi studi di Freud sulla genesi delle nevrosi, nacquero dallo studio sul campo della nevrosi isterica. In greco, hysteros vuol dire utero, ed infatti allora si attribuiva a questa nevrosi una prevalenza soprattutto nella popolazione femminile. David, pertanto, non si stupì quando Nanni gli confessò di avere l’utero retroverso. Si tratta di un’anomalia piuttosto diffusa che consiste nell’inclinazione dell’utero non verso l’addome, come sarebbe normale, bensì verso la schiena, mentre si parla di utero “retroflesso” quando l'angolo fra il corpo e il collo dell’utero risulta aperto posteriormente verso la cavità sacrale. Molto spesso retroversione e retroflessione si presentano in maniera combinata: tale evenienza tecnicamente viene definita retroversoflessione uterina. Questa particolare conformazione interna determina anche una particolare predilezione verso il sesso anale, visto che l’eccitazione provocata dal rapporto provoca, in quel tipo di donne, una duplice azione stimolatoria. E David, questo particolare fenomeno, non tardò a verificarlo nel caso concreto.
David, infatti, pur avendo una sessualità varia e mai rituale, aveva negli anni sviluppato un’utilissima sensibilità nel comprendere quali fossero i desideri sessuali delle donne. Sapeva intuire da piccoli dettagli quali fossero le modalità preferite da ciascuna di esse. Nanni, ad esempio, preferiva di gran lunga la posizione alla pecorina ed il sesso anale. Tutto doveva sempre avvenire con spinte pelviche poderose e ripetute più volte, fino allo sfinimento. David in questo era maestro, perché madre natura lo aveva dotato di una caratteristica molto particolare: i suoi amplessi duravano a lungo. Certo, non era dotatissimo in termini dimensionali, ma questa sua capacità di sostenere lunghe sessioni era molto gradita da un certo tipo di donna. Molte di loro arrivavano a quel tipo di trattamento dopo anni di rapporti insoddisfacenti con eiaculatori precoci. Nanni, pur avendo conosciuto schiere di superdotati, apprezzava molto quella sua capacità.
Nanni aveva un profilo psicologico complesso, ma fondamentalmente era un’isterica. L’isterica, in genere, è una donna che tende ad essere seduttiva, teatrale nelle sue manifestazioni, ego centrata e che sviluppa una serie di malattie psicosomatiche, quasi sempre attinenti ad una scarsa o inesistente attività intestinale. Nanni soffriva di una stitichezza così ostinata che non era difficile provocasse stipsi della durata di intere settimane. Nel suo caso specifico, era costretta spessisimo a ricorre ai vecchi rimedi meccanici, come il clistere. L’operazione era affidata al suo consorte che, a suo dire, pare si dilettasse molto a svolgere quello che per altri sarebbe stato un ingrato compito. Non di rado, quella che normalmente è solo una pratica indispensabile, diventa per alcune coppie una fonte di libidine perversa.
Nanni era affetta anche da manifestazioni appartenenti a quella che viene definita nevrosi ossessiva. Spesso chi ne soffre è particolarmente scrupoloso, si impegna in rituali che dovrebbero placare l’ansia ma che sono ripetitivi e quasi sempre irrazionali, la famosa coazione a ripetere dell’ossessivo non è altro che l’incapacità di fare a meno di alcuni rituali o manie o controlli, altrimenti sperimenta forti sensazioni di angoscia e di disagio. Nanni era un’abitudinaria maniacale. I suoi rituali erano a prova di cronometro. Potevi sapere a che ora precisa avrebbe preso il cappuccino, potevi sapere con precisione assoluta che quel cappuccino sarebbe stato macchiato chiaro e schiumato. Potevi sapere a che ora avrebbe acceso la mattina il suo cellulare, mai prima delle 10,30. Potevi sapere con accuratezza chirurgica a che ora avrebbe pranzato e a che ora si sarebbe fatta accompagnare a prendere il caffè dopo pranzo: ore 14. David, sapeva anche quale rituale metteva in atto quando aveva impegni con gli altri suoi amanti. In ogni momento, lei era per David un libro aperto, tale era la sua maniacale ossessione per i rituali. Ma lei non ne poteva fare a meno.Nanni soffriva anche di una forte nevrosi d’ansia. Era una persona che ne soffriva in grado assai elevato. In tutte quelle situazioni in cui poteva aspettarsi di essere vista e giudicata. In altri casi, un oggetto, una persona, un animale o altro facevano scattare in lei risposte ansiogene molto forti. Per Nanni, però, a volte l’ansia era anche ricercata. In una maniera autolesionistica, lei stessa provocava le situazioni che le avrebbero fatto aumentare l’ansia, quasi ne fosse in qualche modo soggiogata. Ad esempio, correre il rischio di essere beccata in auto in posizioni scabrose, le provocava ansia ma anche eccitazione. Era una dipendenza che provocava, però, uno stato continuo di alterazione che la costringevano a prendere costantemente Xanax. La mattina, specie in quei giorni in cui l’ansia montava a livelli insopportabili, doveva ingerire una compressa di quel famoso ansiolitico, della famiglia delle benzodiazepine, che viene usato contro gli attacchi di panico e per curare diversi disturbi da ansia. Ma come tutti gli psicofarmaci produce assuefazione e dipendenza. Alla fine Nanni non ne poteva fare a meno, se voleva dare un’apparenza di normalità ai propri comportamenti. Nel suo caso, però, la dipendenza era tale che spesso si manifestavano fenomeni di spersonalizzazione. Anche a causa dell’abuso di Xanax aveva sviluppato una fortissima ipersensibilità alla luce che la spingeva ad usare occhiali da sole scurissimi. Era anche molto sensibile al rumore e rifuggiva dal contatto fisico. Ogni volta che provava a diradarne l’uso si presentava, poi, cadeva in uno stato psicologico fatto di bruschi cambiamenti d'umore, ansia, irrequietezza o disturbi del sonno. Nanni narrava costantemente a David delle sue notti insonni che lei attribuiva al marito, russatore incallito. Spesso, passava notti intere su una grossa poltrona nel soggiorno, ma finiva per chiudere occhio solo all’alba, sfinita dalla stanchezza.
a presto la Parte Seconda di questo capitolo
i capitoli precendenti li potete leggere al seguente link
http://lantipaticissimo.blogspot.com/2011/07/capitolo-vii-uno-sguardo-da-entomologo.html
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