Le macerie dei manifesti abusivi

Creato il 13 maggio 2010 da Riprendiamociroma

Ma davvero pensavamo che l'invasione di manifesti si sarebbe arrestata con la fine delle elezioni? Ma davvero pensavamo che l'AMA avrebbe rimosso i manifesti attaccati illegalmente sui muri? Guardiamoci attorno, Roma è tuttora invasa dai manifesti abusivi che i partiti hanno commissionato agli attacchini selvaggi e che nessuno ha ancora tolto. E' passato più di un mese dalle elezioni regionali e ancora stanno li attaccati sui muri, sotto i ponti, sulle paline dell'autobus, ovunque. Magari strappati, maciullati, appoltigliati, ma stanno ancora lì. Sia chiaro a tutti: a Roma non c'è nessuno che sia incaricato, per conto del Comune, di ripulire i muri devastati dai manifesti. Nessuno. I manifesti rimarranno lì vita natural durante. Faranno il loro corso biologico. E dunque i danni delle passate elezioni sono ancora lì bene evidenti, come le crepe di un terremoto. Nel frattempo di manifesti ne sono comparsi altri, quelli del 25 aprile, quelli del 1° maggio, quelli di improbabili nuovi gruppi di estrema destra. Questa foto ce la manda Daniele. E' stata scattata nell'elegante quartiere residenziale di Monteverde. Vi è ritratta una centralina elettrica completamente tappezzata da cartaccia strappata. Uno spettacolo di quotidiana barbarie, specchio della nostra inciviltà. Su in alto si vedono i simboli di pericolo e quelli che impongono l'obbligo, prima di aprire la suddetta centralina, di indossare adeguati DPI. Stavolta gli attacchini selvatici sono stati "bravi" e non hanno ricoperto questi segnali con i loro quintali di carta straccia. Ma in campagna elettorale, come abbiamo visto, non si sono fatti problemi a incartare tutto. Col rischio che qualcuno, nel tentativo di rimuovere la loro cartaccia, finisse per aprire inavvertitamente la centralina e di morire fulminato. Una cosa che se vai a raccontarla a un cittadino europeo ti sbotta a ridere in faccia e ti prende per matto. Da noi questa è la barbara pratica quotidiana. Guardate la foto. Ecco cosa combinano i nostri politici, quelli che ci chiedono il voto. Ecco cosa rimane a mesi di distanza. Devastano Roma, sono peggio dei barbari.

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