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Le magie del Camerun di Milla

Creato il 30 gennaio 2015 da Calcioromantico @CalcioRomantico

La sorte ha voluto che il 15 giugno 1982, giorno del debutto nel calcio che conta davvero, il Camerun debba affrontare il Perù. Un assist per la redazione de La Stampa che con sapiente ironia coloniale individua i veri primattori del match: gli “stregoni, che [da ambo le parti] stanno combattendo una battaglia a colpi di spilloni e filtri magici contro il malocchio e i rispettivi nemici”.
Il 18 giugno 1990 su L’Unità si parla ancora di Gris-Gris, stregoni e marabuti, a margine delle incredibili imprese che la nazionale camerunense sta compiendo nel Mondiale italiano, ma sembra solo folklore giornalistico teso ad alimentare la sottocultura da rotocalco. I veri maghi sono i giocatori, che dopo otto anni di successi in Africa sono pronti a regalarsi un sogno grande quanto il mondo.

Milla in azione contro l'Italia

Milla in azione contro l’Italia al Mondiale 1982

Tutto ha inizio un po’ prima dell’incontro di La Coruña con il Perù. Solo un’altra squadra dell’Africa subsahariana si è qualificata per la fase finale di una Coppa del Mondo prima del 1982: lo Zaire nel 1974 ed è finita malissimo. Dal Mondiale spagnolo la Confederazione Africana ha due posti a disposizione, ma la nazionale del Camerun non è certo tra le favorite. Del resto è in attività solo dai primi anni sessanta e vanta come miglior risultato della sua storia un terzo posto nella Coppa d’Africa del 1972, di cui era anche nazionale ospitante (e questo si sa che aiuta).
Il fatto è che la rosa dei verdi ha qualcosa che permette loro di battere nettamente le avversarie nelle qualificazioni e di ben sperare per il futuro. Qualcosa che gli zairesi, nel 1974, non avevano: giocatori che militano in Europa, più precisamente in Francia. Tra loro spicca Roger Milla, trentenne attaccante del Bastia, forte fisicamente e dotato di buona tecnica individuale, trascinatore dei suoi nello spareggio col Marocco.

Al Riazor, contro il Perù della perla nera Cubillas, Milla si presenta subito con un sinistro da fuori (deviato in angolo dal discusso Quiroga), con un colpo di testa che finisce sul palo e con un gol ingiustamente annullato per fuorigioco. Il Perù esce alla distanza, ma lo 0-0 non si schioda perché il Camerun è stato ben disposto in campo dal francese Jean Vincent[nota] e perché in porta c’è un altro giocatore destinato a rimanere nella memoria di tutti: il venticinquenne Thomas N’Kono, che a guardarlo, con la sua lunga tuta nera da dopolavoro, sembra uno messo a fare il portiere per caso e che, invece, è agilissimo e bravo nelle uscite, anche se a volte esagera.
Il Camerun ha già fatto meglio dello Zaire…

Continua a leggere in Guida alla Coppa d’Africa, a pagina 77

 

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