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Le magie del mondo cattolico, il Pd e la musa dimenticata della laicità

Creato il 14 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Dici sussidio e pensi a un aiuto. Se invece si tratta di un sussidiario, alla mente disorientata s’apre un intero libro scritto per soccorrerti ovunque tu ti sia perso, fra congiuntivi o equazioni algebriche. O accordi o disaccordi. Ma se pronunci con una certa enfasi e un tono ispirato la parola “sussidiarietà” è tutto un altro mondo che ti si squaderna intorno, come per magia, come tu fossi un apprendista stregone, o un apprendista assessore, comunale o regionale. Dici laicità, e di cremonese non ti viene in mente nulla di visibile. Un princìpio che appartiene forse alla larga maggioranza dei cittadini, ma che langue nell’avvenire, in attesa che qualcuno ne colga l’azzurro, irraggiungibile fiore.

Stavolta a intonare consapevolmente o no il richiamo alle truppe sparse dei ciellini (“sussidiarietà”) è Daniele Bonali, consigliere comunale del Pd e anzi vicecapogruppo. Il cambiamento da lui inteso, sempre che apprendista assessore egli sia in un mondo così mutevole e spesso malgeneroso, parte dalla valorizzazione dell’iniziativa di associazioni e gruppi. Il professore di lettere del Marazzi di Crema parla di sussidiarietà per questo, per evitare la Kultur imposta da palazzo comunale, cui le associazioni di volontari debbano adeguarsi. Tanto questo blog critica le lobby e la loro eccessiva influenza, tanto desidera ch’esse si sbriciolino, per ricompattarsi in modo diverso e in un mondo sfavillante d’opportunità per tutti, non solo per gli amici degli amici.

E’ assai cremonese da parte di Daniele Bonali, raccontare il desiderio di valorizzare la festa di Sant’Omobono, patrono cittadino, ricca di connessioni con la vita quotidiana cittadina, tanto da ispirare un “cattolicesimo civile” che contribuirebbe a rivitalizzare il senso d’esser cremonese, prima ancora che cattolici o no. Così ricorda la tradizione che fu del collegio Sfondrati, quando i ricchi servivano a tavola i poveri, quando era tempo di porger donazioni ai frati cappuccini. E oggi i poveri aumentano. L’apprendista assessore (l’impegno del vicecapogruppo è molto intenso e documentabile, non lo si vuole assolutamente irridere!) racconta di visite ai musei diocesani, in Sicilia, a Nicotra e altrove, dove sono gli studenti delle scuole superiori a far da guida.

E soprattutto ci ammonisce: al ritorno della vacanza in Sicilia scriverà un intervento ispirato all’epigrafe del Teatro Massimo di Palermo.

Nulla vieta a un partito di guardare a un elettorato cattolico, sereno, non integralista. Ma la laicità delle migliaia di cittadini deluse dalle trame delle religioni? La laicità necessaria per la convivenza di migliaia di stranieri e di religioni diverse? La laicità della libera progettualità che guarda lontano? Una musa che appare dimenticata, in attesa di spiriti liberi.

 

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