Le magnifiche quattro a Indy

Creato il 03 aprile 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

Siamo giunti all’atto conclusivo di uno dei più belli Tornei Ncaa degli ultimi anni. Questo weekend, il Lucas Oil Stadium di Indianapolis, la casa degli Indianapolis Colts di football, ospita la Final Four. Una sorpresa non da poco nell’uovo di tutti gli appassionati di college basket. Duke, Butler, West Virginia e Michigan State a contendersi lo scettro di Regina d’America. Ognuna delle quattro squadre ha una clamorosa storia alle spalle e pareva destinata a terminare la stagione nella capitale di Basket State. Tutti gli astri si sono allineati per ciascuna di queste quattro università, ma solo una taglierà la fatidica retina finale.
Nella notte tra sabato e domenica, aprirà la sfida tra Butler e Michigan State, a seguire il confronto tra Duke e West Virginia.
Butler, #5 del West Regional, ha eliminato Syracuse e Kansas State, le prime due favorite del tabellone, per coronare il sogno di giocare la Final Four in casa. Infatti, il campus dei Bulldogs dista solamente quattro miglia dal Lucas Oil Stadium, tant’è che coach Brad Stevans, potrebbe tranquillamente portare i suoi ragazzi alla partita a piedi o in bicicletta. Butler stacca per la prima volta nella sua storia il pass per il gran ballo, e lo fa grazie ad un gruppo davvero compatto, senza grosse individualità, a parte gli ottimi Gordon Hayward e Shelvin Mack, ala e guardia che potrebbero spuntare una chiamata Nba. I Bulldogs sono arrivati fin qui grazie alla loro fantastica difesa, capace di annullare gente come Rautins e Wes Johnson prima, Dennis Clemente e Jacob Pullen poi, e di tenere gli avversari sotto i 60 punti. E poi Butler non perde da ben 24 partite ed è sempre stata nel ranking fino dalla preseason.

Per Michigan State è un’impresa ritrovarsi alla Final Four per il secondo anno di fila, dopo la finale persa nel 2009 contro la straordinaria Carolina di Ty Lawson. Questo conferma come Tom Izzo sia il miglior allenatore del decennio, giunto alla sesta Final Four della carriera, tutte dal 1999. Nel 2000 ha centrato il titolo con Mateen Cleaves e Morris Peterson, lo scorso anno l’ha sfiorato. Quest’anno ci riprova con lo stesso gruppo, anche se pesa l’assenza per infortunio del leader Kalin Lucas. Izzo però non si è perso d’animo e ha trovato un gruppo straordinario, pronto a sopperire qualsiasi individualità. Morgan, Green, Summers e Lucious sono giocatori di sicuro affidamento e sanno come giocare le gare punto a punto, come dimostrato sia in questo sia nel passato Torneo. Ogni anno gli Spartans passano la stagione sotto traccia ma al momento topico vengono sempre fuori, guidato dal loro condottiero in panchina. Il titolo del 2000 arrivò dopo la batosta del ‘99: dopo dieci anni la storia si ripeterà? Dalle parti di East Lansing tutti lo sperano…

Anche la storia di West Virginia è assai particolare. I Mountaneers sono arrivati qui grazie alla vittoria su Kentucky, #1 del Regional, dopo aver trionfato nel torneo della Big East. Coach Huggins, nativo di Morgantown ed ex alunno di West Virginia, è riuscito a ricostruire un gruppo vincente, attorno alla leadership di Da’Sean Butler, super tiratore e uomo della giocata decisiva, e all’atletismo dell’ala tuttofare Devin Ebanks. Con l’aggiunta di solidi gregari come Kevin Jones, Daryl Bryant (in forse per la semifinale a causa di un guaio al piede) e Joe Mazzulla, ha centrato la Final Four dopo ben 51 anni di assenza. L’ultima volta che West Virginia arrivò al gran ballo, in squadra c’era Jerry West, il Mister Logo dei Lakers. Quest’anno, coincidenza vuole che coach Huggins si ritrovi nel suo roster il figlio del West di cui sopra, Jonny. Nel 1959 i Mountaneers persero la finale, quest’anno dalle parti di Morgantown sperano finisca diversamente.

Di fronte a West Virginia ci sarà Duke, l’unica numero uno ad essere riuscita ad arrivare ad Indianapolis. I Blue Devils hanno costruito negli ultimi tre anni un gruppo molto unito, guidato dal grande coach Krzyzewski, capace di conquistare tre titoli, l’ultimo nel 2001. Duke torna alla Final Four dove mancava dal 2004, quando la squadra di Luol Deng venne sconfitta dalla UConn di Okafor e Gordon. Coach K ha preferito puntare su ragazzi solidi, con la chiara idea di restare almeno tre anni al college, evitando i cosiddetti “one&done” come Michael Beasley, Kevin Durant o John Wall. Ha puntato su Scheyer, Singler e su Nolan Smith. Quest’ultimo, superlativo nella finale del regional contro Baylor, centra la Final Four trent’anni esatti dopo il papà Derek, ex giocatore Nba scomparso nel 1996 per un infarto, che nel 1980 portò al titolo Louisville. Nolan spera di ripetere le gesta del papà, prima di intraprendere la carriera Nba.

Difficile fare un pronostico: apparentemente sembra che chi vinca tra Duke e West Virginia, le squadre più lunghe e attrezzate del lotto, sia destinata a tagliare la retina. Ma attenzione all’entusiasmo di Butler e all’esperienza degli Spartans. Tra un paio di giorni sapremo come è andata.


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