L’appuntamento lo ottiene subito, davanti a lui porte inaccessibili ai cittadini si aprono, parla con i sindaci e gli assessori e viene ascoltato. Spesso è indispensabile. Risolve problemi, ma solo per il momento, in realtà impedisce ai politici di incontrare i cittadini. Narcotizza, droga di risultati facili gli amministratori. Facilita il lavoro in Comune, ma rende impossibile la democrazia. Mette in contatto le persone giuste. Fa funzionare gli ingranaggi che scricchiolano, anzi li obbliga a funzionare solo in un modo. Serve un progetto? Per un concorso o per un evento che calza a pennello, guarda a caso, per la tale società onlus? Per la cooperativa? Trova la persona che lo scrive. E lo cede. Lo vende nel sottobosco dei favori volontari e un po’ clandestini. L’amico prete, il tipo esperto in pensione. Passi dal sindaco per arrivare all’assessore giusto. Ma dal sindaco ci vai con l’amico adatto. Devi riuscire a farti ascoltare.
Il progetto dell’evento? Dov’è scritto? Le ricadute positive sulla città, che non siano solo un bello spettacolo in centro storico? O il solito affare per pochi?
Chi l’ha eletto? Chi l’ha nominato? Chi rappresenta? Piccoli e medi poteri. Ha sostituito gli spazi democratici con una stretta di mano che nessuno vede. Ci ha messi una palude.
Dopo le prossime elezioni questi “pessimizzatori” del sistema saranno spazzati via?