Abbiamo dovuto attendere lo scatto di orgoglio della Corte costituzionale per tornare a sperare nel ripristino della democrazia e dunque di un Parlamento legittimo in Italia. E anche per ottenere un definitivo stop allo sciagurato tentativo del ministro Quagliariello di mettere le mani sulla Costituzione (pensate con quali artefici!). La Consulta ha ritrovato la doverosa autonomia -basta e avanza un Capo dello Stato coi superpoteri e con l’occhio allo spread!- e ha fermato l’ irresponsabile degrado della rappresentanza parlamentare avviato dalla “legge-porcata” dei cosiddetti ‘saggi’ di Lorenzago (Calderoli in calzoncini tirolesi…e compagnia rubizza e rubiconda). Più che un’ Alta Corte, un’ Altissima…una vera e propria Provvidenza.
Per le riforme costituzionali col “138 Cost.-turbo” vanno perfino ringraziati quelli della nuova Forza Italia, che per ripicca per la decadenza di Berlusconi, hanno picconato le larghe intese e dunque anche l’ultimo passaggio parlamentare che avrebbe praticamente fatto nascere la commissione dei 42 (appunto, i neo-padri costituenti, qualcuno forse eletto col Porcellum). L’ abbiamo davvero scampata bella, con quei ‘ritocchini’ alla Carta fondamentale fatti da chi ha tanto di quello spirito costituzionale e non di parte da non riuscire a redigere uno straccio di riforma elettorale tra le decine di ‘modelli’ operanti nel mondo, dittature e teocrazie comprese. Anche qui, Luigi Sturzo docet: “Non sono mancati emendamenti da allora ad oggi -scriveva della grande democrazia americana- arrivano ad una ventina, ma senza toccare i testi sacri, senza alterare i principi di libertà e di diritto, sui quali è basata”. Giù le mani dalla Costituzione, lo andiamo ripetendo da mesi. E soprattutto, ‘queste’ (attuali) mani. Gian Paolo VitaleArchiviato in:Politica Tagged: consulta, Costituzione, parlamento, porcellum