RAI 5 (canale 23) ore 21:15
Nonostante la presenza importante di due grandi film, Vittime di guerra di De Palma e L’uomo della pioggia di Coppola, il consiglio serale cade su Le mele di Adamo di Anders Thomas Jensen, semplicemente perché è molto meno conosciuto dei precedenti, seppur valido, e in futuro potrebbe non passare così facilmente in tv. Ciò che colpisce positivamente del film è la bravura con la quale vengono fusi la commedia e il dramma: l’angoscia viene trasmessa attraverso scene al limite del grottesco, i dialoghi surreali diventano parabole bibliche, la risata arriva insieme all’amarezza e alla riflessione. Il tutto presentato in un modo assolutamente verosimile.
Attraverso le vicissitudini del neonazista Adam in riabilitazione presso la parrocchia del pastore Ivan, Jensen racconta della violenza che possiamo commettere contro gli altri e contro noi stessi, del male che può portare il fanatismo di ogni colore o credo, della follia come meccanismo di offesa e di difesa, del ruolo salvifico o nefasto della verità. Senza mai eccedere troppo in retorica ci parla di redenzione e di seconde possibilità, evitando saggiamente di cadere nella tentazione di giustificare la crudeltà del presente e concentrandosi sulle enormi difficoltà che comporta un possibile riscatto futuro.
Durante il cammino tutti perdono pezzi di se stessi, perché il cambiamento comporta sofferenza ed esige una netta messa in discussione delle fondamenta sulle quali abbiamo costruito la nostra erronea vita precedente. Il premio non è il paradiso, ma una semplice e piccolissima torta, fatta con l’unica mela sopravvissuta di un impetuoso albero caduto a pezzi, l’unica parte di noi a meritare il nostro nuovo domani.
N.B.: Non sono insensibile nei confronti della morte di Laura Antonelli e non ho dimenticato la serata a lei dedicata su Iris, ma non condivido l’abitudine di ricordare le celebrità il giorno dopo la loro morte. Mi sembra solo un’operazione commerciale: i servizi, preparati da tempo, in ogni telegiornale; la voce di Mollica a scandire le immagini del morto quand’era giovane e bello; i talk show pomeridiani che scannerizzano la sua vita; la maratona serale di film inediti per la tv o quasi, perché se non muore non ha senso farli vedere. Il giorno dopo via con un altro morto o un’altra tragedia. Mi ha fatto tristezza e pena, specie perché in questo caso si parla di una donna morta sola, trovata sul pavimento dalla badante, dimenticata da tutti dopo molti anni passati sotto processo, non solo giudiziario. Per di più, in prima serata, andrà in onda L’innocente, l’ultimo film di Visconti, e inevitabilmente avrei finito per parlare di un regista che ha finito di girare in carrozzella, sofferente, ma non per questo stanco di dare voce alla sua passione. Non mi sembrava giusto nei confronti di entrambi, preferisco un ricordo silenzioso e qualche parola scritta.
Archiviato in:Il cinema dal divano Tagged: Anders Thomas Jensen, Le mele di Adamo, Mads Mikkelsen, Ulrich Thomsen