Ho visto su youtube l’intervista di una delle ragazzotte del PdC, non ricordo più chi, ma fa lo stesso poichè l’una vale l’altra.
Mi ha fatto impressione; non tanto per la prostituzione, non per la pochezza del linguaggio, piuttosto perchè mi sono parse delle mentecatte, e per di più inconsapevoli.
Gli uomini attorno a loro le utilizzavano come merce di scambio, come tangente umana per ottenere appalti per le opere pubbliche, per la protezione civile, per fare affari milionari e loro si accontentavano.
Si accappigliavano e si scannavano per una particina in una fiction, per una comparsata al grande fratello, per qualche gioiello e per potersi vestire da Prada, da Dolce e Gabbana, comperare una borsa di Vuitton.
Ce ne fosse una a chiedere un posto in un consiglio di amministrazione, a ottenere un posto di prestigio, una che volesse mettere su un’impresa (lasciamo perdere l’apparecchio anti-depilazione di Ruby per pietà cristiana); che anche la Minetti al consiglio regionale della Lombardia c’è arrivata per altrui iniziativa.
Queste ragazze credevano di avere in mano il presidente del consiglio e, forse, anche il loro destino e non si accorgevano di non avere nulla, di ottenere briciole di elemosina facendo pure il lavoro sporco.
Non ci sono più le puttane di una volta, quelle che in cambio avevano potere, anche se occulto, che dirigevano le politiche di stati, di nazioni e di veri imperatori.
Perchè anche fare le prostitute di livello ci vuole mica solo il fisico, ci vuole soprattutto intelligenza, capacità diplomatiche e cultura; per quanto dorate queste possano sembrare, non sono altro che povere mentecatte, molto più poveracce di quelle di strada; quelle, almeno, illusioni non se ne fanno e sanno quello che sono.