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Creato il 24 novembre 2012 da Pecchio @lapitwit

24 Novembre 2012

Si chiama Pecchio.

Si chiama perché altri non lo chiamano.

Altri non lo chiamano se non per togliersi un dente, per pagare una tassa.

Pecchio è, ovviamente, per questi, un dente cariato, una tassa salata.

Non lo chiamano se non a distanza, attraverso il telefono, il cellulare.

Lo chiamano velocemente e lo pregano d’essere veloce nel rispondere, preferibilmente, con un sì o con un no anche con un ma, qualora non sapesse rispondere.

Lo chiamano per nome, se lo vedono, ma solo per educazione, gentilezza.

Vanno, poi, oltre, velocemente.

Hanno tanti, troppi impegni: studio, lavoro, volontariato.

Pecchio non rientra tra le loro priorità.

E’ arduo dire, addirittura, che, per loro, sia un “optional”.

Alcuni lo richiamano, ma per rimproverarlo, senza, però, fargli capire cosa abbia fatto di male.

Che fa Pecchio, quando è solo?

Solo?

Direi: isolato!

A Pecchio piace, però, pensare d’essere solo.

Gli piace la solitudine.

Non gli piace l’isolamento.

La solitudine è una sua scelta.

Subisce, invece, l’isolamento, impostogli dagli altri.

Lo subisce, ma riesce, comunque, talvolta, ma direi anche spesso, a trasformarlo in solitudine, grazie alle sue risorse di scrittura, lettura, ascolto, navigazione in Internet.

Preferirebbe, ovviamente, i contatti “face to face”, ma in mancanza di meglio…

Gli dispiace, ovviamente.

Pensa che le perdite siano, in questo modo, da entrambe le parti.

Pecchio non piace perché ama punzecchiare chiunque, come un’ape, con le sue esternazioni orali, ma anche scritte, lette come delle “omelìe laiche”, di carattere morale, ma non si scoraggia, va avanti per la sua strada.

Pecchio ama Dio Padre sopra ogni cosa e il prossimo suo come se stesso, ma il suo prossimo deve ancòra arrivare e quando arriva passa e fa alla svelta a diventare remoto; fa alla svelta a diventare remoto, si cinge la testa con la corona di re, non col casco, come sarebbe, invece, più giusto che facesse, monta in sella alla sua moto e se ne va.

Pecchio (all’anagrafe: Luca Lapi)


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