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Le mie vacanze

Creato il 31 luglio 2010 da Vilipendio


Le mie vacanze.Dalle mie vacanze ho appreso alcune cose.
- Una ragazza che ha il braccialetto alla caviglia sinistra vuol dire che è single
- Adesso so cosa mi disturba delle discoteche. Ér Nesto mi chiedeva se mi piaceva quella (“Guarda guarda che pezzo di fica quella?”). Io non volevo contravvenire, ma non mi comunicava niente. Ballava sul bancone in atteggiamenti che volevano essere sexy e lo erano, a giudicare dalle facce di chi la guardava. Poi l'ho rivista il giorno dopo, Non più in jeans attillati e canottierina bianco-trasparente, ma in un vestitino-gonnellino corto, rosso a fiori. Era in effetti molto bella, ma in discoteca no. E dopo tutto questo tempo, allora ho capito.
È come se a Ferragosto si stesse tutti sulla spiaggia col caldo, all'ora di pranzo. Qualcuno dice, “ficchiamoci tutti sotto questo piumone pesantissimo”. Nel mio profondo stupore tutti accettano, ci corrono sotto e allora succede una cosa magica: alcuni si scelgono e fanno le loro cose lì, o si allontanano coll'intenzione visibile di farle ancora meglio. Altri se ne escono colle pive nel sacco.

Ma tutti sudano, perché è caldo. Caldo dannato.
Le mie vacanze.Il caldo è chiasso, sudore, la puzza di fegati che spurgano alcol dalle bocche, gli urti colle persone, blob umani invalicabili, i fischi e gli urli per darsi convinzione a vicenda. I focolai di risse, i buttafuori, i vestiti buoni che si inzuppano di fumo e lerciume. I barman schizzati, gli shaker che oscillano a frequenze udibili e i diggèi colla cresta. Se me la fai vedere il giorno dopo mentre cammina, quella ragazza piace un sacco anche a me; semplicemente. Adesso no; mi è troppo urgente rilevare l'insensatezza di quel piumone. Poi è chiaro che sono io che non vado bene, e che il non rilevare pezzodificaggine danzereccia probabilmente deriva da determinati miei tabù. Piacerebbe anche a me muovermi bene e sperimentarmi, prima che sperimentare chiunque altra. Questo è un sistema che per gli altri funziona, evidentemente. Ma il noise di quel piumone mi sarà sempre soffocante, e io non potrò mai fare finta di niente.
- Quindi per la seconda e terza volta in assoluto ho fatto da guardaroba vivente di felpe e borsette mentre tutti ballavano.
- L'Insieme Universo delle ragazze che arrivano a interessarti si divide in partes tres. 1) quelle la cui bellezza è pari alla sostanza, e lì è il massimo; 2) quelle la cui sostanza te ne può rivelare una bellezza; 3) quelle la cui bellezza te ne fa sognare una sostanza. Quella ragazza lì a fiorellini faceva parte della rispettabile categoria delle 3), ma solo il giorno dopo.
- Ho parlato per ore con una ragazza splendida, sorprendendomi della vastità delle intersezioni e delle differenze. Mi piacciono, certe sorprese.Quasi quanto mettemi in discussione.Le mie vacanze.- Ho accettato qualsiasi cibo, ho bevuto alcolici normali e super, e fumato sigarette piccole e grandi. Torno a cibarmi del solito e a disdegnare gli alcolici, valuterò se riprendere colle sigarette che restano squisite, ma credo di no. Anche questi sono noise. Non sono miei punti di arrivo e più o meno dolorosamente ne posso far senza.
- Ho chiesto per strada il perro cercando il porro, ma per fortuna il primo, bleah, non me l'hanno dato.
- Ho rivelato che al questionario dei 3 giorni avrei spuntato la voce “vero” alla riga “Vorrei non essere mai nato”. Inducendo rabbia in alcune ragazze, e tentativi di cambiare istantaneamente discorso in alcuni compagni. Non so, a me pareva una cosa carina da dire, aspettando l'alba da una terrazza panoramica. Di certo nessuno si è accorto che a quest'ora sono ancora vivo, e magari un motivo c'è.
Le mie vacanze.- O magari non era poi tanto carina come cosa, e l'egocentrismo potrebbe essere l'ennesima bambola che la bambina stringe tanto più i grandi si fanno incomprensibili.
- Tornando all'aeroporto ho sbagliato strade su strade, e ho perso l'aereo. Ma a Girona ho abbordato tre ragazze. Una di loro sembrava Claudia. Per il viso, il sorriso mascelloso, la statuarietà giunonica, la cattiveria di quando scherzava.  Perché era di Bologna, e le amiche erano andate al Galvani. Ci ho passato il pomeriggio. Io. Per la prima volta. Non è successo niente di quello che prima mi spaventava. È stato... facile.
Alla fine non ho chiesto cellulari o contatti Facebook, seppure a malincuore. Quella che mi piaceva ha dichiarato un ragazzo, e non mi dispiaceva calarmi nei panni del nobiluomo totalmente disinteressato. Ma come rilevava Il Riccioletto, quei panni calzavano a pennello ai miei sensi di colpa per aver fatto una cosa proibita. Loro se lo sarebbero aspettato, e magari non si sono spiegate quello che, dopo aver chiacchierato bene e ben scherzato, deve esser parso come una specie di rifiuto finale ai loro occhi. Riccioletto che è venuto a prendermi all'aeroporto accompagnato da una ragazza francese superiore.
Dovrei forse rinunciare all'idea che sia possibile razionalizzare ogni cosa.Le mie vacanze.- Ho incontrato un sacco di persone, diverse da me, nondimeno interessantissime. Mi sembravano elaborate ma semplici, più o meno piacevoli. Interessantissime, davvero. Certe volte interessanti addirittura quanto ultimamente mi interessa Me. Ho parlato a lungo con una diciottenne, mentre la sorella quindicenne mi sorrideva e basta, comunicativa come poche. E il giorno dopo coi genitori cinquantenni, che ci invitavano dappertutto e ci hanno fatto fumare il loro porro, buono e piacevole anche dopo l'ennesima notte insonne, ed è stato sempre bello. Sono stato bene con i miei compagni. Ho letto per la prima volta i Racconti di Hemingway in uno dei posti in cui probabilmente ne ha scritti. Mi è piaciuto pure lui, completamente estroflesso eppure bello anche per me, da anni introféssissimo. Parla attraverso i suoi personaggi di tutto ciò che gli capita, e mai di quello che gli passa per la testa. Giusto qualche vago stato d'animo, ma niente sensazioni, pensieri, emozioni. Esattamente il contrario di me. Ma, lasciami dire, io & lui cantiamo lo stesso disagio.
Ho saltato a pié pari varie notti di sonno. Le - com'è che le chiamano? ragazze, quelle lì, con cui ci si fidanza e magari pure ci si scopa, sono sempre strane e indispensabili. Hanno fatto scalpore i miei quarant'anni insospettabili (ci lavoro sempre molto) e il mio disadattamento (per quello, varrà la pena, “lavorerò di più”).
A Cadaqués ho lasciato diverse abitudini, ma il bagaglio con cui torno è più grande.


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