Lo so, ho già parlato delle quarantenni. Ma ora devo scendere più in dettaglio, perché ne sto venendo a sapere di tutti i colori. Ho sempre schifato la piccola provincia per la sua stagnazione mentale, ma devo dire che ultimamente mi sta riservando pettegolezzi coi controfiocchi.
Forse proprio per colpa della stagnazione di cui sopra, la gente tende a non far prendere aria al cervello, all’anima e alle mutande: con risultati tragici ma succosissimi.
Ad attanagliarmi sono le MILF, e in dettaglio le MILF di destra, quelle tutte dio, patria e famiglia. Ce n’è una in particolare, moglie quarantenne di uno stimato notaio lombardo che, dopo anni passati a tradire il marito con una rispettata pellicciaia della zona (che roba chic gli amplessi lesbo tra ermellini e volpi), ha visto bene di concedere le proprie grazie ad un diciottenne di colore bello come il sole. Quest’ultimo ha ovviamente diramato l’informazione ai quattro angoli del globo e lo stimato notaio rimane – come da tradizione – l’unico ad ignorare gli orgasmi extra-coniugali della sua mogliettina.
La cosa bizzarra? Che lei è apertamente – e con orgoglio, come se fosse un attributo di merito – omofoba e razzista.
Rientrando in contatto con questa provincialità da manuale, nell’ambito della quale la gente si accoppia sempre tra sé e ricicla i partner di matrimonio in divorzio in un’immutabilità di sapori e in un’assenza di colpi di scena, ho scoperto anche che la schiera delle MILF padane è decisamente ben nutrita.
Uno dei tanti fascistelli della zona , ad esempio – uno di quelli che nel 2011 non si vergognano di dichiarare che i figli concepiti al di fuori del matrimonio sono dei bastardi – ha una moglie che sbava dietro ai falli di mezzo contado. Lui, nonostante di cervello non sia esattamente un fulmine, ogni tanto percepisce le frivolezze della moglie (quei messaggini ad orari improbabili, quelle cene sospette tra amici, quel perenne sorriso svampito su guance imporporate e birichine) e la ingravida, incurante della rampante carriera di lei, per farla tornare coi piedi per terra e col cuore nel focolare. Ma se questa tattica aveva funzionato col primo figlio, con quelli a seguire non ha sortito lo stesso effetto: la mammina non ha più lesinato svolazzi fedifraghi nemmeno tra una poppata e l’altra. E le sue ciglia sbattono che è un piacere (…), con la benedizione del sacro vincolo matrimoniale. Si aggira famelica anche col pupo al collo, minigonna e stivali, che solo col cappello in testa potrebbero chiamarla Calamity Jane.
Niente di nuovo, lo so. Il vizio risiede da sempre tra le natiche dei suoi più accaniti detrattori.
Ma l’ipocrisia che infarcisce la frattura insanabile tra le parole e le opere di questa gente dovrebbe essere veleno per loro stesse, anziché riversarsi sugli altri sottoforma di giudizi, sentenze ed emarginazioni.
Magazine Per Lei
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
I suoi ultimi articoli
-
PalFest 2013: il potere della cultura contro la cultura del potere
-
Donne ammazzate e uomini che dicono “Basta”
-
Gli italiani finiranno a raccogliere pomodori in Bangladesh perchè hanno creduto ad una serie infinita di stronzate (con la cultura si mangia eccome, parte II)
-
Salone del libro di Torino, palle e diserzione
COMMENTI (1)
Inviato il 20 aprile a 01:16
articolo ben fatto e che rispecchia la realtà di provincia...brava
Nota: mi dici il nome della donna in foto?!?!