Qualche giorno fa pubblicai un post che non era nulla di che, un semplice commento ad un avvenimento che aveva coinvolto il tg1, un tema caldo in quei giorni: il post aveva seguito la solita trafila di tanti altri, e cioè era finito spammato su alcuni social network, sui vari liquida, blogbabel e affini ed era stato inserito dal sottoscritto su ok notizie allo stesso modo di altri post in passato (non tutti).
In poche ore, cioè dalla prima serata alla tarda mattinata del giorno dopo quel post ricevette circa duemila accessi provenienti dalle fonti varie sopra citate più gli iscritti al feed, più qualche accesso via ricerca su google. Vista l’impennata delle visite e il tema molto caldo mi aspettavo anche un abbozzo di discussione, e qualcosa in effetti era partito inizialmente salvo poi fermarsi quasi subito. Tantissime visite e pochissimi commenti.
Allora sono andato a riprendere in mano il vecchio blog, quello entrato in funzione ormai nel 2006: ho cercato un post simile, sia per lunghezza che per contenuto che per forma di esposizione. Quel blog all’epoca viaggiava su numeri decisamente più bassi in fatto di accessi e visibilità, eppure facendo un leggero calcolo tra visitatori e commenti a quel post ho notato che ogni due visite circa era stato postato un commento partecipato e cioè non uno di quei commenti del tipo: bello, mi piace, oppure hai ragione, condivido, quoto e via dicendo che di norma trovo molto inutili e fastidiosi.
Ora, la questione del drastico calo dei commenti sui blog è un argomento affrontato da persone decisamente più competenti di me in decine di occasioni e di post, e a parte qualche eccezione ed esclusi i blog più cliccati della rete è un “problema” che girando ho notato aver colpito un po’ tutti.
E’ vero si che le dinamiche della conversazione sono cambiate, si sono spostate su altre realtà ( vedi friendfeed ad esempio) e che queste ultimamente sono state rese integrabili nei blog – però ad esempio ci sono piattaforme di blogging che ancora non lo permettono,vedi wp.com ad esempio- ma ho comunque notato che anche in quei casi in cui ci sia questa possibilità, fatte sempre le dovute eccezioni per quei soliti blog e qualche altro caso di tanto in tanto, la discussione stenta a decollare.
Ho sempre pensato che un blog sia prima di tutto un luogo di confronto, dove io espongo qualcosa di mio, sia essa una opinione o altro e tu che leggi dici la tua: non è obbligatorio, è vero, ma di tanto in tanto qualcosa da dire lo avrai no? No! Concediamoci allora un alibi: seguiamo decine di blog e commentarli tutti risulterebbe un lavoro a tempo pieno, e poi (come detto prima) non sempre abbiamo qualcosa da dire. Va benissimo, però arrivati a questo punto mi pongo una domanda che è la seguente: seguendo decine di blog (e non puoi commentarli tutti) si riesce davvero a consumare la lettura di ogni singolo post in maniera completa ed efficace?
La risposta che mi sono dato è no. Materialmente è impossibile fruire di una così elevata quantità di contenuti e al contempo soffermarsi a riflettere valutando l’eventuale possibilità di un nostro apporto alla discussione sotto forma di commento o di post sul nostro blog o come meglio piace a voi. Ok, ci sono post che spesso ci informano semplicemente di una novità, che riprendo una notizia che non necessità di commento o altro, ma tantissimi contengono al loro interno una traccia personale lasciata dall’autore, e che spesso finisce per non trovare risposta o proseguo.
Un giornale lo leggo per leggere la notizia, ma se affronto la lettura su di un blog mi pongo nell’ottica di idee che la persona che lo ha postato lo ha fatto probabilmente anche alla ricerca di un confronto, di una condivisione il più partecipata possibile.
Probabilmente, come si dice in questi casi, sarò all’antica io, però ho sempre inteso il blog non tanto come uno strumento d’ informazione (si, lo può essere e lo sappiamo tutti) o non solo per lo meno, ma come un luogo in cui confrontare opinioni e vissuti diversi, e invece oggi mi rendo conto di questa fregola da consumismo d’informazione a tutti i costi che alla fine ci porta a trattare quello che leggiamo sui blog alla stregua di un succhino: lo beviamo velocemente e gettiamo subito via il brick in cui era contenuto senza nemmeno fermarci e il risultato è che non ci informiamo per nulla.
Leggiamo tanto e male, senza che nulla rimanga e senza il minimo interesse nella enorme possibilità del dare il nostro contributo che ci viene concessa. Mi ero accorto di essere caduto anche io nello stesso meccanismo, e mi sono reso conto che non mi lasciava niente, e se una cosa la faccio è perché mi lasci qualcosa, un segno. Così ho deciso di ridurre drasticamente il numero di blog che seguivo in modo da concentrarmi al meglio su quelle letture che ho cercato di selezionare.
Non sempre commento, ma mi rendo conto ora che mi è più facile riuscire a partecipare a quella conversazione.
Negli ultimi mesi girando per la blogosfera ho avuto la stessa sensazione che si ha in una grande piazza dove tutti urlano dicendo la loro, ma nessuno di fatto si ascolta, che è un po’ anche l’attuale stato del paese ed è anche vero che nella rete poi se ne trova il riflesso se è vero che le persone che la popolano sono le medesime. Forse abbiamo un po’ perso la brocca, dico forse perché in fondo è pur sempre la mia opinione, una di quelle che magari si perderà nelle mille voci di quella piazza. Buon week end a tutti!