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"Le Misteriose Grotte di Mustang, un Antico Regno in Nepal"
Creato il 26 luglio 2014 da RisveglioedizioniNascoste tra le cime dell’Himalaya, esiste un luogo con circa 10 mila grotte artificiali scavate nella roccia viva a circa 60 metri d’altezza, in una gola così grande da superare di gran lunga il Gran Canyon. L’impressionante numero di grotte si trova nel nord del Nepal, nel Distretto di Mustang, e rappresenta uno dei più grandi misteri archeologici del mondo. Alcune di esse sono uniche, con un solo ingresso aperto su un vasto fronte di rocce frastagliate. Altre, invece, sono state realizzate in gruppo, una sull’altra, presentando accatastamenti verticali anche su nove livelli. Gli archeologici non sanno chi le abbia costruite, né quale fosse la loro funzione. Inoltre, non si riesce a comprendere come facessero le persone a salire verso queste cavità realizzate a diversi metri dal suolo. A metà degli anni ’90, archeologi provenienti dal Nepal e dall’Università di Colonia hanno cominciato ad esplorare l’interno delle grotte, trovando una dozzina di corpi umani, tutti antichi di almeno 2 mila anni. Da allora, gruppi di ricercatori hanno continuato ad indagare le ‘Grotte di Mustang’. Coloro che hanno avuto la fortuna di visitare le misteriose grotte hanno raccontato di aver avuto l’impressione di trovarsi di fronte ad un gigantesco castello di sabbia. Uno di questi è Cory Richards, un fotografo d’avventura, che insieme all’archeologo Mark Aldenderfer, allo scalatore Pete Athans e ad una squadra di esploratori, si è recato sul sito alla ricerca di reliquie nascoste e grotte inesplorate. “Onestamente, quando sono arrivato mi sono reso conto che il sito è più grande di qualsiasi cosa abbia mai potuto immaginare”, racconta Richards. In alcune cavità sono stati rinvenuti diversi murales e manoscritti che illustrano la storia buddista. I ricercatori pensano che l’utilizzo delle grotte di Mustang sia divisibile in almeno tre periodi. Le grotte venivano utilizzate già nel 1000 a.C. come camere funerari. Ma non si esclude che le cavità siano state utilizzate successivamente dalle antiche popolazioni locali come rifugio in caso di attacco. La maggior parte delle grotte, infatti, risulta essere vuota, anche se in alcune di esse sono stati trovati segni di vita domestica: focolari, attrezzi e contenitori. Richards è entusiasta dell’esperienza vissuta. Come egli stesso afferma, cercherà di trasmettere la bellezza delle Grotte di Mustang con la sua attività di fotografo: “Essenzialmente, alla fine di questa esperienza, ciò che per me è stato illuminante è il connubio tra scienza, esplorazione e cultura”, conclude il foto-esploratore. Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it "Per secoli i pellegrini ed esploratori si sono messi in cammino alla ricerca di questa terra segreta fra le vette dell’Himalaya. Molti non ne sono mai tornati. Alcuni, strada facendo, hanno capito che stavano dando la caccia ad una chimera, che la meta non deve essere fisica, bensì spirituale e che il paradiso è da cercare dentro a se stessi." 15.000 abitanti, colline desertiche, un re dagli orecchini di turchese. Il Mustang raccontato da Terzani è un paese in cambiamento, salvatosi dalla distruzione da parte della Cina comunista grazie alla decisione di chiudere le proprie frontiere nel 1951 e di entrare a far parte del regno del Nepal. Un paese per lungo tempo tagliato fuori dal resto del mondo e che solo da due decenni ha timidamente aperto le porte, grazie alle pressioni delle agenzie di viaggio internazionali, agli stranieri. Il Mustang di Terzani è Shangri-La, la chimera creata dalla fantasia di James Hilton nel suo Orizzonte Perduto: “il paese della completa felicità, dove tutto ciò che è ambito o necessario è a portata di mano, dove i sudditi sfavillano come stelle e lo spirito si diletta nella contemplazione del re”, come si legge negli antichi manoscritti che si trovano nei monasteri – i gompa – del paese. Salvatosi da un probabile oblio per mano cinese, come nel caso del Tibet, il Mustang si è ritrovato ad essere un paese di paria, le sue genti di origine tibetana considerate dai nepalesi come bhote - sporchi, primitivi – e per questo private del rispetto che spetterebbe a quello che si può considerare l’ultimo baluardo dell’antico Tibet. Terzani ci racconta di un paese in cui, lentamente ma inesorabilmente, l’occidente entra a far parte della vita quotidiana: bambole pallide dai capelli biondi nelle mani di bambini scalzi e impolverati, cappelli da baseball con scritte in inglese al posto dei tradizionali cappelli a tre falde, chewing-gum, aeroplanini di plastica. Anche la medicina tradizionale, così come la figura dell’amji, il medico-erborista che veniva sempre consultato in caso di malattia, stanno lasciando il posto alla medicina “straniera”, più immediata, più moderna. Una beffa del destino: salvatosi dai cinesi, il Mustang rischia ora di veder andate perdute le proprie tradizioni, la propria lingua, la propria autosufficienza. La politica di Katmandu è infatti di totale assimilazione: gli insegnanti inviati nella zona non conoscono il tibetano e il loro primo compito è quello di dare ai bambini del luogo nuovi nomi hindi. Gli abitanti del paese, un tempo abituati a sopravvivere in un sistema autarchico di sussistenza: vestiti e giocattoli autoprodotti, resina infiammata per illuminare le case, fatte di vacca come combustibile, stanno cambiando abitudini. Ora è arrivata l’elettricità, il combustibile è il petrolio, i giocattoli in plastica, ironia della sorte, sono prodotti proprio in Cina. Ma questo libro non è solo un libro sul Mustang. Le fotografie che lo accompagnano, scattate dallo stesso Terzani, ci raccontano molto sulla sua personalità, sulle sue aspirazioni, sulla sua ricerca di un significato. Il libro è una riflessione sul ruolo della modernità che, nata in occidente, ha velocemente invaso l’Asia, proprio davanti ai suoi occhi. Terzani decide qui di uscire dal suo ruolo di giornalista e di prendersi una pausa, dedicando le proprie energie ad un’altra sua grande passione: la fotografia. Gli scatti che ci ha lasciato testimoniano un paese in cui il rapporto tra l’uomo e la natura è di religioso rispetto e in cui l’uomo è solo di passaggio e non padrone. Copertina fronte Tiziano Terzani - Mustang. Un Viaggio Titolo: Mustang. Un viaggio Autore: Tiziano Terzani Editore: Fandango Libri Tipo: Brossura Pagine: 79 ISBN: 978-88-6044-212-3 Prezzo di copertina: 10,00 €
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