Le modifiche all’articolo 138 della Costituzione sono un rischio alle nostre libertà fondamentali

Massimiliano Gallana vedi altri articoli 15 ottobre 2013 08:30

Italia, povera Italia. Un parlamento, fatto di nominati, ed eletto con una legge elettorale (il porcellum) che forse, a breve sarà dichiarata incostituzionale, vorrebbe (su istruzioni di un gruppo di cosiddetti saggi, nominati da Letta e Napolitano,  di cui alcuni indagati per aver truccato dei concorsi universitari, e tra altri ‘bizzarri soggetti’) modificare l’articolo 138 della nostra Costituzione nata con tanti sacrifici, e frutto di un accordo alla fine della seconda guerra mondiale che tanti morti ha portato al nostro paese.

L’articolo 138, che stabilisce modalità e tempistica di come riformare la stessa Costituzione, è stato scritto perché eventuali modifiche siano valutate, studiate, e curate molto bene (maggioranze qualificate).

Il tentativo, in corso, di forzare la Costituzione da parte di una maggioranza (sulla quale molto vi sarebbe da dire), è dettato più dal voler continuare a governare, a tutti i costi, mostrando una evidente incapacità nell’affrontare le difficoltà economiche che affliggono milioni di italiani che ormai stanno diventando normale routine da telegiornale.

Il lavoro, le libertà individuali, le parità sociali e pari opportunità, la legge uguale per tutti, il diritto allo studio, alla salute, ad un ambiente sano, ed altri importanti diritti sono previsti dalla nostra Costituzione, ma le recenti tendenze ‘democratiche italiane’ pare siano propense a disattenderli.

L’evento dello scorso 12 Ottobre a Roma, manifestazione in difesa della nostro Carta Costituzionale, ha visto tra gli altri la partecipazione di  Don Luigi Ciotti, Lorenza Carlassare, Maurizio Landini, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, e altre personalità è stato un esempio di democrazia attiva a tutela dei nostri diritti in quest’epoca dove, oltre la crisi economica, vi è crisi di valori, e di identità nazionale.

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