(Già, ci sono mille modi per “smaltire” una sbronza).
Ci sono cose, nella memoria, che magari restano sopite per anni, poi all’improvviso ritornano, come un flash, prepotentemente. E la scena è sempre la medesima. Siamo agli anni CINQUANTA/SESSANTA/ (o giù di lì!). Cremona è ancora capoluogo di provincia, la Cascina deputata per la circostanza è quella “del Lugo” (zona Po, inizio viale). Lì sorgeva una nostalgica casa padronale opportunamente recintata,all’interno del quale recinto si “erigevano” (eufemismo di bottega) due montagnole simili l’una all’altra, alte circa una decina di metri. In mezzo due corridoi. Noi, da ragazzi scapestrati qual apparivamo ai nostri educatori, s’andava a giocare su quelle “montagne del Lugo”. Memorabili giornate “da sballo” (il divertimento d’allora era tutto lì!). N’è passata d’acqua sotto li ponti, eppure…eppure se svolgiamo quella “pellicola dei ricordi” e veniamo ai giorni nostri, più precisamente in quella Cava dei Signori Tigozzi, già amena località di villeggiatura di quei signorotti, oltre che degli amici loro cittadini, ci accorgiamo che “CAMBIANDO L’ORDINE DEI FATTORI…IL PRODOTTO NON E’ CAMBIATO”. E’ la “proprietà commutativa”….purtroppo! Vabbe! Ma andiamo pure alla scena da assaporare ai giorni nostri. Zona canale navigabile, centro Inerti di via Bastida (o giù di lì, via Acquaviva and company!). I bagliori di una TV locale danzano sui volti impenetrabili di “chissàchilosà”. Naturalmente di cascine, di sentieri polverosi, di santelle su cui riflettere…manco l’ombra, ormai. Anzi, appena se ne presenta l’occasione…le tirano “giù dalle spese”, quelle rimembranze. Tuttavia di montagnole….hai voglia se ne ritrovi ancora di montagnole che se le osservi con attenzione, similmente scoraggiano quei pochi ragazzini che ancora hanno voglia di giocarci sopra. Ma perché, come mai? Elementare, quelle montagnole non sono “come mamma le ha fatte”, sono montagnole artificiali. Sono nere, tetri, lugubri, oltre modo polverose allorquando il “signor” vento volentieri le spazza via. Timori, preoccupazioni tra la gente? Figuriamoci! Le certificazioni rilasciate dagli Enti preposti sembrano tranquillizzare la popolazione, per di più questi stessi materiali, molto simili a rocce vulcaniche, rivestono un’alta potenzialità di utilizzo come inerte pregiato in ambito stradale. Ecco allora spiegata la ragione del temporaneo stoccaggio nelle vicinanze del centro di via Bastida: sono in attesa di essere impiegati quale sottofondo stradale sulla Ti-Bre, sui raddoppi delle nostre autostrade piuttosto che per la realizzazione dei collegamenti al terzo ponte sul fiume Po. Eppure…eppure non bisognerebbe vivere tutti i giorni! In un certo senso non è la Cava dei Signori Tigozzi che è fottuta. Fottuti saranno….! Non ha importanza quello che dicevo, pensavo, immaginavo. Che idiota, che idiota che sono. Questo tema bisogna affrontarlo. Altrimenti non mi riesce più di fermare quel trambusto che ho nel cuore. Con un colpo secco? Chiudendo gli occhi? “CI SENTIAMO TUTTI NUDI”. Stavolta è tutto (o quasi tutto).