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Le mosse del Cavaliere. Ricompattamento con la Lega e le alternative a Monti: Dini o Alfano

Creato il 11 novembre 2011 da Iljester

Le mosse del Cavaliere. Ricompattamento con la Lega e le alternative a Monti: Dini o Alfano

Se qualcuno ha creduto che il Cavaliere fosse ormai spacciato, a quanto pare dovrà ricredersi. Il Berlusca non intende mollare, e non intende darla vinta agli sfascisti, agli opportunisti, ai pappa-pappa dei governicchi tecnici della vergogna antidemocratica. I vari Napolitano, Bersani, Fini ed Europa e BCE, con speculatori annessi, dovranno rassegnarsi. La “maggioranza” venderà cara la pelle. O almeno così sembra. Un dato però è certo: al popolo di centrodestra Mario Monti non piace. Forse perché è quello che è: un uomo troppo introdotto nell’ambiente dell’alta finanza, delle banche… di Goldman Sachs. Forse perché crea disagio il fatto che in quattro e quattrotto quest’uomo della burocrazia sia diventato un senatore a vita, senza che si capisca esattamente quali siano stati i suoi grandi meriti politici. In questo senso, meriterebbe molto di più Pannella, il quale è quarant’anni che fa battaglie politiche spesso non condivisibili, ma tutte comunque improntante al perseguimento dell’ideale di libertà. Ma Monti? Che ha fatto, a parte svolgere il ruolo di Rettore alla Bocconi, o svolgere il ruolo di commissario europeo, o peggio di International Advisor per Goldman Sachs? Non mi viene in mente nulla, neanche con il soccorso della detestata Wikiepedia.
L’impressione è che ci sia molto altro nel fuoco delle relazioni economiche internazionali, e che l’Italia non sia al centro delle speculazioni per caso. Ma qualunque sia la verità, non è accettabile che sia questo signore a governare il nostro paese. Almeno senza alcun tipo di elezione, senza alcun tipo di legittimazione politica, senza nemmeno essersi mai presentato a una dannata tornata elettorale comunale. Mi chiedo come sia possibile che si sorvoli così facilmente sull’impegno politico e si arrivi direttamente alla carica politica più importante per investitura dall’alto (Napolitano).
Non ci siamo. Ecco perché il Cavaliere deve continuare a lottare contro un establishment che tenta la restaurazione partitocratica e dei poteri forti. Deve infiammare gli animi di chi non ci sta al massacro vergognoso della nostra fragile democrazia. Perché se è così banalmente facile diventare Presidente del Consiglio, è altrettanto facile un giorno prendersi il governo con la forza. Ed è questo un aspetto piuttosto inquietante. Le democrazie con la D maiuscola non permetterebbero mai certi giochi di prestigio istituzionale, neanche davanti a un default greco. Ma ve lo immaginate Obama sostituito da qualcun altro, solo perché gli USA sono soggetti alla speculazione finanziaria e le misure della Casa Bianca, agli occhi dei repubblicani, risultano insufficienti o sbagliate? Davanti a una simile ipotesi, il proponente rischierebbe l’arresto se non addirittura l’internamento in qualche struttura dimenticata (che farebbe rimpiangere Guantanamo). Non sarebbe concepibile per un americano che qualcuno non eletto dal popolo diventi Presidente degli Stati Uniti. Figuriamoci se quest’ultimo venisse sostituito in corso di mandato. Roba da golpe, altro che da responsabilità istituzionale, come invece viene giustificata da noialtri.
Ma siamo in Italia, e a prescindere dalla forma di Governo differente, nel nostro DNA manca la sensibilità democratica più autentica; la mentalità stessa del “Governa chi vince le elezioni”. Del resto, una tendenza piuttosto assurda da noi è quella di paramentrare la legittimità di un Governo in base all’umore contingente, ai dati di consenso statistici dei sondaggi e alle proteste di piazza. Ma non è così che funziona nelle democrazie. Le elezioni – sappiamo – sono il crisma unico che fissa la volontà popolare, e finché questa non muta con nuove elezioni, la maggioranza legittima è solo quella espressa nelle elezioni ultime. Da qui la considerazione logica più ovvia: se una maggioranza viene meno per colpa di qualche gattopardo voltagabbana, l’unica soluzione accettabile e democratica all’impasse è il voto, e non certo la porcheria partitocratico-finanziaria, giustificata dalla scusa della speculazione. Non c’è speculazione che tenga quando è in pericolo il diritto del cittadino di scegliersi i propri governanti.
Tornando a Berlusconi, vediamo quale sarà la prossima mossa del Cavaliere. Vediamo se è davvero spacciato, come dicono tutti, oppure è ancora il leone capace di tornare nell’arena per papparsi chi si vuole pappare l’Italia…

 

di Martino © 2011 Il Jester 


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