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Le motociclette in Thailandia e lo strano caso del casco a discrezione!

Creato il 09 settembre 2015 da Italianoabangkok @BeingAndrea

Le motociclette in Thailandia e lo strano caso del casco a discrezione!

Come possono non sorgere domande imbattendosi in un quadretto come questo?

Le motociclette in Thailandia e lo strano caso del casco a discrezione!

Ce la faranno i nostri eroi e il povero scooter a ripartire?

Ovvio non è questa la domanda e a parte la battuta sulla sofferenza dello scooter, quella qui sopra è una scena che si vede piuttosto spesso per le strade da queste parti e se ci basiamo sulla semplice osservazione di quello che fanno le persone del posto viene quasi spontaneo credere che qui in Thailandia tutto sia lecito.
Credo anche che in fondo non si parli mai troppo di sicurezza e di comportamenti da tenere soprattutto quando si viaggia e si tende ad essere anche troppo rilassati. L'argomento delle assicurazioni e delle patenti mi sta particolarmente a cuore - chi mi legge da un po’ lo sa bene e se non lo sapete potete scoprire il perché leggendo un vecchio post a proposito della differenza fra esperienza individuale e regole generali.
Questa foto ai 7 simpatici tailandesi più preoccupati di fare bella figura con il farang che di prendersi una multa o finire in ospedale, l'ho scattata andando in ufficio, qui a Bangkok, non lontano dall'incrocio che la mattina ha il traffico regolato da un poliziotto e non da un semaforo automatico. Come non prendere la palla al balzo per fare delle riflessioni?

uso del cascoobbligatorioper i conducenti e i passeggeriHelmet Act

Il Ministero degli Interni tailandese, già con l'Ordinanza N. 14/1992, oltre a dare una precisa indicazione su cosa si intenda con il termine casco - e nonostante ciò in alcune zone del paese pare che basti avere il capo coperto per essere a posto con la legge, che si tratti di un cappellino o di un foulard pare non cambi nulla - definì le zone dove per circolare qui a Bangkok era obbligatorio indossarlo.E già. All'inizio il casco era obblgatorio solo in alcune parti della capitale e solo con la legge del 1994 tale obbligo venne progressivamente ampliato:

  • Tutta Bangkok entro 90 giorni dalla promulgazione dell’ordinanza
  • Khon Kaen, Chonburi, Chiangmai, Nakhon Pathom, Nakhon Ratchasima, Nakhon Si Tammarat, Nakhon Sawan, Nonthaburi, Pathum Thani, Phitsanulok, Phuket, Songkhla, Samut Prakan, Samut Sakhon, Surat Thani, Ubon Ratchathani, Udon Thani entro 180 giorni dalla promulgazione dell’ordinanza
  • Tutte le altre province entro 360 giorni dalla promulgazione dell’ordinanza

Quindi dal 1995 il casco deve essere indossato anche nei paesini più remoti dell’Isaan dove ancora oggi si vedono bambini di 6-7 anni portare scooter senza neppure sapere cosa sia un casco. Ma la scarsa informazione e il fatto che spesso basti allungare qualche banconota per ‘conciliare’ fanno sì che una vecchia abitudine resti tale per oltre un ventennio.

Da un lato la teoria e le leggi che in molti ignorano. Dall'altro la realtà, decisamente diversa: un recente sondaggio condotto nelle principali città del paese ha rivelato che circa il 60% dei conducenti e solo il 28% dei passeggeri indossa regolarmente il casco; queste percentuali sono decisamente più basse se si osserva la situazione fuori dalle città. Le statistichè in realtà non servono, basta guardarsi intorno e il fatto che si vedano quasi il 30% delle persone andare in moto senza casco è evidente anche senza essere bravi in matematica. I mototaxi-driver non offrono quasi mai il casco ai loro clienti (a meno che non siano diretti in una zona dove sanno esserci un posto di blocco). Ma in fondo perché il cittadino comune dovrebbe indossare il casco se chi per primo deve dare il buon esempio non rispettare le norme? NB: le 2 foto che seguono sono state postate consapevole che i 2 poliziotti non sono riconoscibili.

Il casco, accessorio optional anche per la polizia tailandese

Tenete bene a mente che oltre alle multe anche in Thailandia esiste un sistema di penalizzazione a punti introdotto nel 2002 e che il numero di incidenti fatali è decisamente alto in questo paese - basta che diate uno sguardo ai risultati su Google per la ricerca “motorbike accidents thailand” negli ultimi 12 mesi per rendervi conto che non vale la pena imitare per forza gli usi locali!

E cosa serve per circolare? Tenete presente che in teoria tutti i veicoli a motore che circolino sulle strade pubbliche in Thailandia devono avere questi 3 principi basilari:

  • Immatricolazione il che comporta che una moto registrata esponga la targa e circoli con una copia del libretto d’immatricolazione
  • Pagamento della Tassa di circolazione da pagare ogni anno (attenzione che l’anno riportato è scritto secondo il calendario buddista per cui ora - 2015 – in Thailandia i documenti ufficiali riportano 2558); l’adesivo dell’avvenuto pagamento deve essere esposto in modo ben visibile sul motoveicolo. Dal 5° anno d’immatricolazione i motoveicoli vanno sottoposti a “tagliandi” in specifiche autofficine autorizzate.
  • Assicurazione, perché checché dica “qualcuno” in Thailandia l’assicurazione è obbligatoria – anche se i massimali sono bassi è stata resa obbligatoria con la legge Protection for Motor Vehicle Accident Victims Act (1992). In aggiunta può essere stipulata una seconda assicurazione per garantire maggiore copertura in caso di danni al veicolo o a persone.

Ma anche in questo caso…fra teoria e realtà c'è una bella differenza.

patente

Che si tratti di una patente tailandese o di una patente internazionale non importa, l’importante è che sia della categoria corrispondente al veicolo guidato – per cui la patente internazionale B rilasciata in Italia non è valida per guidare una moto o uno scooter qui in Thailandia (maggiori informazioni sulla patente internazionale le trovate alla pagina del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano)!

Senza casco…dalla polizia

Ovviamente siete liberissimi di guidare senza patente ma non crediate che la Thailandia sia davvero la terra dove tutto è concesso (anche se le 2 foto dei motociclisti senza casco davanti alla macchina della polizia potrebbe far pensare il contrazio): in caso di incidente, se si guida con una patente non valida è come dire che si sta guidando illegalmente e quindi non c’è nessuna copertura, spesso neppure da parte dell’assicurazione sanitaria internazionale stipulata in Italia! Per di più se vi fermano sappiate che neppure l'essere in regola vi garantisce di passarla liscia: non è tanto diverso dall'Italia e un motivo per multare se vogliono lo trovano, evitate di fornirgli voi il perchè.

Ma la domanda che non ha trovato risposta (o meglio ne ha trovata una diversa per ogni persona a cui l’ho rivolta) è: quante persone possono circolare con lo stesso motoveicolo?
Non sono riuscito a trovare una risposta soddisfacente su internet, nè in inglese nè in tailandese. Ho chiesto in giro e, come spesso capita da queste parti, è tutto un sentito dire, un pare che, m'hanno detto… Secondo la maggior parte dei miei amici tailandesi non c’è un numero stabilito per legge - e per di più credono che il casco sia importante solo per uno dei passeggeri e non per tutti. Per atri la risposta scontata è che dipende dall’abilità del conducente: How many people? As many as you can!. Vi sarà capitato di vedere intere famiglie, padre, madre, un paio di figli grandicelli e un neonato, magari anche il cagnolino a completare il quadretto, viaggiare tranquillamente sullo stesso scooter: tanto il papà indossa il casco! I bambini poi, perché mai dovrebbero indossare il casco? Tanto più che trovarne in commercio di omologati adatti ai passeggeri più piccoli è davvero un'impresa.
Se avete informazioni in merito alle normative che stabiliscono il numero di passeggeri, fatemelo sapere che così le passo allo sciagurato che questa mattina si è offerto di darmi un passaggio - erano solo in 3 e un posticino per me sulla Vespa ci sarebbe scapato senza dubbio.

Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite.
John Augustus Shedd


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