Scavo della tomba in anfora africana appartenente ad un bambino
Il Capo Cavalleria, sulla costa settentrionale di Minorca, offre un riparo naturale dai venti del nord e del nordest per il porto di Sanitja. Quest'ultimo, durante l'occupazione romana, ospitava il campo militare di Metello, generale tra il 123 e il 121 a.C.Nel 1996 gli archeologi hanno iniziato una campagna di scavo e di studio del luogo. Tra il 1995 e il 2008 sono stati intercettati i resti del campo militare che rimase insediato in questo luogo per più di 70 anni, fino all'abbandono intorno al 45 a.C.. Coloro che vivevano all'interno del campo, dopo l'abbandono si trovarono costretti a stabilirsi nel circondario, in un insediamento messo su alla bell'e meglio che, con il tempo, diede origine ad una città alla quale fu dato il nome di Sanisera, citata per la prima volta da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C..
Localizzazione delle necropoli di Sanisera
Una squadra di archeologi ha approfondito gli scavi e gli studi di due delle sette necropoli che circondano Sanisera. Tra il 2008 e il 2011 hanno completato lo scavo di una di queste necropoli, contenente 45 sepolture. Nel 2012 sono iniziati i lavori su un'altra necropoli, dove finora sono state scavate nove tombe. Entrambe le necropoli giacciono in un'area sepolcrale utilizzata fino al V-VI secolo d.C..I limiti esatti della città di Sanisera non sono stati ancora individuati, comunque gli studiosi collocano le tombe fuori dalle mura cittadine, così come volevano le leggi sulle sepolture adottate dai Romani. Delle 54 tombe esaminate, la maggior parte presenta una sepoltura entro cista, il resto è costituito da semplici fosse rettangolari scavate direttamente nella roccia. Una sola sepoltura conteneva i resti di un bambino in un'anfora del tipo africano di età tardo antica.
L'utilizzo di tombe a cista è largamente documentato in diverse necropoli tardo antiche delle isole Baleari. La tomba a cista è costituita da una fossa rettangolare "foderata" da una serie di lastre di pietra grossolanamente tagliate. Per coprire la tomba si utilizzavano lastre in calcare oppure in arenaria.
Sanisera, sepoltura in tomba cosiddetta a cista
Quasi tutte le tombe di Sanisera sono state saccheggiate in età antica, poiché contenevano oggetti preziosi. Tuttavia è possibile ricostruirne la forma ed i materiali utilizzati. Questi ultimi sono essenzialmente costituiti da tegulae in arenaria o ardesia e lastre di pietra trasportate da luoghi piuttosto vicini. L'uso di opera cementizia come sigillante è stata confermata dal ritrovamento di piccoli frammenti della stessa rinvenuti all'interno delle tombe.Interessante è la sepoltura ad anfora che era utilizzata in complessi riti funerari per la sepoltura dei bambini. Alcune tombe ad anfora sono state rinvenute nella necropoli di Parc de la Ciutat a Tarragona. Nell'esempio di Sanisera, l'anfora in cui è stato deposto il bambino è del tipo africano, mancante di collo, bordo e maniglie, rimosse per permettere la collocazione del corpo all'interno. Parte del lato dell'anfora è stato asportato per adattare quest'ultima a bara. Questa sepoltura, finora unica a Sanisera, non conteneva oggetti di corredo. La pratica di seppellire entro delle anfore venne a decadere nel VI secolo d.C.
Sanisera, alcuni gioielli ritrovati nelle necropoli scavate
Il resto delle sepolture di Sanisera sono inumazioni, frequenti durante il Tardo impero, tanto più con l'avvento del cristianesimo quale religione ufficiale nel IV secolo d.C.. Il tipo di inumazione più diffusa era la tomba a cista.La maggior parte delle tombe sono sepolture collettive, in cui non viene apparentemente rispettata alcuna distinzione tra corpi di adulti - donne e uomini - e bambini. Probabilmente in ciascuna sepoltura collettiva dovevano trovare posto tutti i membri di una stessa famiglia. Questo potrà essere confermano o meno una volta completate le analisi del Dna.
Il caso più interessante di riutilizzo riguarda una sepoltura contenente i resti di 16 individui. Le indagini archeologiche in corso mirano a comprendere se questa sepoltura collettiva di riutilizzo sia stato determinato dalla mancanza di spazio nella necropoli principale o perché i 16 individui appartenevano ad uno stesso gruppo familiare. Il riutilizzo delle sepolture era una pratica frequente nei cimiteri di epoca bizantina e visigota trovati in Spagna. Il riutilizzo prevedeva che i resti degli inumati precedenti venissero spinti verso le pareti della sepoltura.
Sanisera, scavi nella necropoli
Gli oggetti personali ritrovati nelle necropoli di Sanisera finora scavate, riguardano quasi completamente gioielli, tra i quali perle di collane, orecchini ed anelli. Durante lo scavo di una tomba, nel 2012, è stato ritrovato, al polso della giovane donna defunta, un braccialetto in bronzo ben conservato.In genere i resti ossei di Sanisera sono conservati piuttosto male, a causa dell'invasione della vegetazione e della composizione chimica del suolo. Inoltre non è da sottovalutare l'opera dei saccheggiatori, che hanno sparpagliato i resti dei defunti. L'analisi dei resti ossei, comunque, ha permesso di stabilire il carattere mediterraneo dei defunti oltre ad un alto tasso di natalità e di mortalità infantile. L'alta mortalità infantile ed adulta, in concomitanza con le basse aspettative di vita, sembrano indicare la vulnerabilità della popolazione di Sanisera ai cambiamenti ambientali ed allo stress metabolico, evidenziato dalla malnutrizione o, addirittura, dalla denutrizione. Gli studiosi non escludono che si possano trovare tracce anche di malattie infettive e di vere e proprie epidemie.
Le patologie più frequentemente riscontrate sui resti scheletrici scoperti sono: calcoli dentali, malattie degenerative e infezioni non ancora ben determinate. I calcoli dentali sono legati ad una dieta ricca di proteine. Importante è anche la presenza di malattie cronico degenerative e di osteoartrite. Diversi casi di porosità ed ispessimento della parete interna del cranio in defunti adolescenti e adulti, potrebbero essere il risultato di disfunzioni metaboliche quali l'anemia e lo scorbuto.