Scoperte due nane brune fino a oggi sconosciute, che avrebbero più di dieci miliardi di anni. Potrebbero far parte di una vasta, e ancora sconosciuta, popolazione stellare. Tra gli autori dello studio una ricercatrice dell’Osservatorio Astronomico INAF di Torino.
di Giulia Bonelli 20/11/2013 16:38Ma la cosa più affascinante è che le due stelle nane potrebbero essere parte di una vasta popolazione di oggetti celesti mai osservati prima d’ora: in questo caso si tratterebbe solo della “punta di un iceberg”, secondo le parole di David Pinfield. Lo scienziato aggiunge: “Le due nane brune sono un intrigante pezzo di archeologia astronomica. Siamo stati in grado di trovarle solo cercando i più freddi e tenui oggetti possibili individuati da WISE”.
WISE sta per Wide-field Infrared Survey Explorer, un osservatorio della NASA che è stato in orbita dal 2010 al 2011, fornendo agli astronomi una miniera preziosa di informazioni. Per questo le due nuove scoperte hanno preso il suo nome: sono state battezzate rispettivamente WISE 0013+0634 e WISE 0833+0052, e la loro presenza è stata confermata anche da diversi telescopi a terra (Magellano, Gemini, VISTA e UKIRT).
La ricerca, pubblicata su Monthly Notices della Royal Astronomical Society, ha coinvolto astronomi di varie parti del mondo. Tra le firme compare anche Catia Cardoso, ricercatrice dell’Osservatorio Astronomico di Torino dell’INAF. “Abbiamo utilizzato alcuni dati provenienti dal telescopio italiano TNG che sono serviti per la classificazione iniziale delle due stelle”, ha detto Cardoso. “Le stelle si muovevano molto velocemente nel cielo, e così abbiamo capito che appartenevano a popolazioni diverse da quelle che osservavamo normalmente.”
Individuare le due nane brune era infatti impresa tutt’altro che scontata: il cielo infrarosso, in cui si muoveva WISE, è pieno di gas nebulosi, polveri e altre galassie molto lontane dalla Via Lattea. Per questo la squadra di Pinfield ha messo a punto un nuovo metodo, che trae vantaggio dal modo con cui WISE scansionava diverse volte la stessa porzione di cielo. Questo ha permesso agli astronomi di individuare le stelle nane, più fredde e dalla luce più tenue degli altri oggetti celesti rilevati. Analizzando gli spettri infrarossi emesse dalle nane brune si è potuta così stabilire l’età della loro atmosfera, composta quasi interamente da idrogeno e non da altri elementi più pesanti, presenti nelle stelle più giovani.
La veneranda età delle due nuove stelle ha confermato una volta di più come il tempo non abbia un valore univoco nell’Universo: “A quanto pare gli abitanti più vecchi della Galassia si muovono più velocemente di quelli giovani”, ha commentato Pinfield.
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Fonte: Media INAF | Scritto da Giulia Bonelli