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Le norme con cui il papa protegge i pedofili (di Democrazia Atea)

Creato il 15 settembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

In seguito ai malumori suscitati da un nostro recente post, nel quale si parlava delle modifiche apportate da Jorge Mario Bergoglio al codice penale vaticano, rendendomi conto che, data la rilevanza dell'accusa e della notizia, è più che legittimo aspettarsi un riscontro che vada al di là della semplice e concisa espressione della stessa, risulta doveroso fare un pochino di chiarezza, e cercherò nel contempo di essere quanto più conciso possibile. Le recenti norme introdotte da Bergoglio prevedono, cito: "Chiunque si procura illegittimamente o rivela notizie o documenti di cui è vietata la divulgazione è punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni [...]" Ora, prendendo in analisi il testo (originariamente segreto) del "Crimen sollicitationis" del 1962, poi integrato dal "De delictis gravioribus" di Ratzinger (2001), circa le procedure conseguenti ad un riscontrato abuso su minori, leggiamo che: "Nello svolgere questi processi si deve avere maggior cura e attenzione che si svolgano con la massima riservatezza e, una volta giunti a sentenza e poste in esecuzione le decisioni del tribunale (Sant'Uffizio, N.d.R.), su di essi si mantenga perpetuo riserbo. Perciò tutti coloro che a vario titolo entrano a far parte del tribunale o che per il compito che svolgono siano ammessi a venire a conoscenza dei fatti sono strettamente tenuti al più stretto segreto (v. "Secreta continere", N.d.R.) su ogni cosa appresa e con chiunque [...]" Ora, il "Secreta continere" del 1974 recita: "in alcune questioni di maggior rilevanza viene richiesto un particolare segreto, detto segreto pontificio, e che deve essere custodito con grave obbligo" e che "poiché si tratta della sfera pubblica, che riguarda il bene di tutta la comunità religiosa, non spetta a chiunque, secondo ciò che detta la propria coscienza, ma a chi legittimamente ha la cura della comunità decidere come, quando o che quale gravità tale segreto debba essere imposto" Dunque, essendo le informazioni degli abusi su minori vincolate per il Vaticano dal segreto pontificio, se ne deduce che rientrino nelle "notizie di cui è vietata la divulgazione", la quale viene punita dalla nuova riforma di Bergoglio. Basandosi su queste informazioni può restare aperto il dubbio circa l'intenzionalità o la malizia dietro questa manovra. Ognuno tragga le proprie conclusioni, noi un'idea abbastanza chiara ce la siamo fatta. D'altro canto, visti i precedenti "la macchia rossa sul camice del chirurgo difficilmente sarà di sugo".

Alessandro Orfei

Segretario Provinciale di Democrazia Atea - Roma

http://www.democrazia-atea.it

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