Le norme europee sull’esecuzione delle strutture in calcestruzzo e in acciaio/alluminio

Creato il 13 novembre 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Ci sono due norme molto importanti ma altrettanto sottovalutate di cui forse vale la pena parlare. Riguardano l’esecuzione di strutture in calcestruzzo e l’esecuzione di strutture di acciaio e alluminio. Le due norme in questione sono rispettivamente la:

- UNI EN 13670 (testo inglese)

- UNI EN 1090-2 (testo inglese/italiano)

Sono norme molto dettagliate (soprattutto la seconda) che possono aiutare i progettisti sia nella progettazione che nella stesura dei capitolati. Un progetto pensato secondo le regole prescritte dalle due norme diventa un progetto “blindato” e certo.

Sia per le strutture in calcestruzzo che per quelle metalliche vale il principio che maggiore è la “delicatezza strutturale” dell’intervento maggiore deve essere l’attenzione nei controlli in fase di realizzazione.

Nella norma EN 1090-2 vengono definite quindi le “Classi di esecuzione” (EXC – sono 4, da 1 a 4 crescenti) in funzione della:

- Classe di importanza (CC): va da 1 a 3 – crescente. Considera il grado di gravità delle possibili conseguenze di collasso o malfunzionamento della struttura sulle persone, sull’ambiente, sulla società (anche dal punto di vista economico). CC vengono definite nell’Eurocodice 0, annex B.

- Categoria di servizio (SC): va da 1 a 2 – crescente. Considera i tipi di azione sulla struttura. SC vengono definite nella norma in questione EN 1090-2, annex B.

- Categoria di produzione (PC): va da 1 a 2 – crescente. Considera la complessità della realizzazione della struttura. PC vengono definite nella norma in questione EN 1090-2, annex B.

Combinando CC, SC e PC si arriva ad ottenere la EXC. Volendo utilizzare la norma, se il progetto non definisce la EXC, di default si deve prendere la EXC2. Logicamente, una EXC4 porta ad un grado di attenzione superiore a quello di una EXC2.

Anche nella norma EN 13670 sul calcestruzzo troviamo le “Classi di esecuzione” (sono 3, da 1 a 3 crescenti).

In pratica queste classi riprendono il concetto di “Classi di affidabilità” dell’Eurocodice 0, annex B (RC – sono 3, da 1 a 3 crescenti).

Nel caso di “Classe di esecuzione” pari a 1, il controllo durante l’esecuzione dei lavori è a carico dell’impresa (autocontrollo, non necessarie verifiche da parte del cliente o terzi). Qui parliamo di strutture che in caso di collasso determinano conseguenze molto molto limitate.

Se la “Classe di esecuzione” è la 2, allora il controllo è ancora a carico dell’Impresa ma questo deve avvenire in modo organizzato (pianificazione e registrazione dei controlli). La Direzione Lavori agisce come supervisore (sul tema consulta anche la Pagina Speciale Direzione Lavori).

L’ultimo caso è quello della “Classe di esecuzione” 3. L’impresa organizza ed esegue i controlli come per la classe 2. Qui ci deve essere un Ente Terzo che agisce nei controlli (oltre alla Direzione Lavori come sempre).

Altro punto di contatto tra le due norme è la necessità di avere le “Specifiche di esecuzione”. Di fatto le specifiche di esecuzione rappresentano il capitolato speciale (comprensivo dei disegni) per le opere in calcestruzzo o in metallo. Le norme danno anche le indicazioni sui contenuti minimi delle specifiche.

Entrambe le norme danno ampio risalto alle tolleranze di esecuzione. Mentre la norma sul calcestruzzo si concentra solo sulle tolleranze strutturali (che hanno attinenza con la sicurezza strutturale delle opere), la norma sulle strutture metalliche tratta sia le tolleranze “essenziali” (ai fini della resistenza e stabilità delle opere) sia le tolleranze “funzionali” (per tutti gli atri fini esclusi quello della resistenza e stabilità).

Le norme sono piene zeppe di cose veramente interessanti e pratiche. Queste brevi righe non sono altro che un rapido aperitivo. Saranno necessari altri articoli per approfondire. Al di là del merito di mettere ordine nella definizione delle azioni da compiere per progettare bene le strutture e poi eseguirle altrettanto bene, la perplessità che oggi si riscontra è che volendo realizzare le opere conformemente ai dettati dei due testi normativi è necessaria un svolta culturale che porti alla redazione di progetti migliori con richiami specifici alle norme stesse.

Voglio dire che le norme possono portare giovamento ai nostri cantiere solo e solo se prima i progettisti imparano ad usarle. Di fatto un’impresa che voglia applicare le norme anche in assenza di un capitolato fatto secondo la EN 13670 e/o EN1090-2, sarebbe in estrema difficoltà se non praticamente impossibilitata. Per la diffusione di questi concetti sarebbero necessari appositi corsi universitari dedicati alla progettazione e realizzazione di strutture in cui si insegni l’uso delle normative europee.


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