Questo mese lo dedico alle mie letture estive, in particolare a un libro che ho appena finito di leggere, in perfetta armonia col mio blog.
Il libro è stato scritto dalla mamma di una mia amica, una donna veramente in gamba, molto intelligente, che si è sempre interessata al femminismo anche attivamente. Questo articolo potrebbe essere inteso anche come una dedica, un pensiero a una mia amica cui voglio molto bene … si … perché no? Ma non solo.
Il libro, intitolato “Le Nove Case”,non è di quei mattoni senza fine con intrighi psicopatici da farti diventare un ebete, anzi, ha poco più di cento pagine e racconta semplici scenari della vita della campagna modenese negli anni sessanta e settanta. Ciò che ho apprezzato molto, a parte le descrizioni della vita in quei tempi, in quei luoghi dove io sono nata e cresciutasolo successivamente, e l’attenzione sulla problematicità femminile di affrontare situazioni familiari e lavorative sempre complicate, è stato l’argomento centrale del racconto: la vita di Lara, una bambina trascurata dalla famiglia, vittima di un orco, che vive esperienze di violenza, che vive un’adolescenza fragile tra conflitti e situazioni di isolamento psicologico, ma che col tempo da donna impara a superare con incredibile forza e sensibilità quei drammi interiori trovando la serenità.
Così si legge nella sua prefazione: “La storia di Lara è esempio di come sia possibile andare oltre, di come, seppur con difficoltà, sia possibile essere felici: esiste un patrimonio invisibile e segreto, fatto di forza e di prudenza, di intuizione e di ragionamento, che è la sapienza antica delle donne, quella intelligenza istintiva che ha radici profonde e rami in continua evoluzione nelle tante stagioni del tempo.”