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Le ore buie, di Vincenzo Barone Lumaga

Creato il 23 maggio 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Titolo: Le ore buieLe ore buie
Autore: Vincenzo Barone Lumaga
Genere: Horror/Fantastico – Raccolta di racconti
Casa Editrice: Milena Edizioni
Pagine: 137
Anno: 2013
Formato: Cartaceo

Trama:
Città attraversate da segrete battute di caccia, tatuaggi che segnano l’anima, vecchie maledizioni e fantasmi che infestano campi bruciati. Sfondi mutevoli a incubi che condividono lo stesso tratto comune: la notte. I tanti colori del buio in diciassette racconti.

Giudizio:
Nell’immaginario romantico, le ore notturne sono da sempre associate alle fantasie più indisciplinate e alla libera uscita delle nostre paure. Il giorno sigilla mostri e misteri atavici sotto uno scudo di razionalità che una coltre di tenebre basta a mandare in frantumi. Sarà per questo che il teatro dell’orrore cerca il suo palcoscenico ideale sotto la luce lunare, ambigua guida di copioni recitati col fiato corto e l’angoscia in agguato dietro ogni angolo.
I frequentatori della narrativa horror lo sanno perfettamente e sono pronti ad abbandonare i propri occhiali da sole in cambio di una lanterna (e pure di paletto di frassino, non si sa mai) per avventurarsi in questa regione dello spirito, un’area che usa nascondere più che mostrare e che aspetta insidiosa il visitatore, invece di affrontarlo a viso aperto.
Vincenzo Barone Lumaga, avvocato, musicista e nottambulo esperto, fa delle ore buie il suo habitat creativo, scortandoci con sicurezza nei meandri di questa momentanea pausa della ragione.
Diciassette istantanee illuminano per un istante un pezzo di notte, le cui fasi sono ripartite in tre sezioni che illustrano un passaggio cruciale, una tensione, un commiato. “Crepuscolo”, “L’ora delle streghe” e “Prima dell’alba” sono le stazioni di un viaggio a più voci, dove il lettore può incontrare gli abitanti a volte terribili, a volte stranamente commoventi, di questa realtà speculare alla veglia.
Il respiro dei racconti è gotico, con un dichiarato amore per i classici che si deduce dalla scrittura nitida e diretta, dal suo evitare facili effetti cruenti a vantaggio di una costruzione dell’incubo più sottile e ancestrale, una caratteristica che colloca il lavoro di Vincenzo Barone Lumaga in una dimensione a sé stante, defilata dalla contemporaneità.
Il nostro mondo diurno fa da eco lontana a queste diciassette storie, che spaziano dagli scenari metropolitani di Sotto la tua pelle o del convulso Artigli nella notte, per allontanarsene nelle esotiche terre lontane di Tsantas, oppure nelle campagne ostili di Amadryas. Il registro narrativo varia dall’orrore puro al visionario, ben illustrati nel raccapricciante cimitero/nursery di Sit tibi terra laevis, o nella ghost story struggente e musicale di Assoli.

Foto autore - Barone Lumaga
Non mancano interludi perfidi e graffianti nella loro brevità, come Quel che resta di me, flash su di una singolare forma di döppelganger seguiti da dettagliati affreschi del nostro meridione con i suoi miti sempre presenti.
Tassello finale di una riuscita panoramica tra le diverse sfumature del genere, è il fantastico che si fa protagonista di Sentieri di muschio, profumo di funghi, delicata favola che nella sua ambientazione montana richiama le magiche presenze naturali di Buzzati.
Le ore buie riesce a catturare il lettore pagina dopo pagina, affascinandolo con le tante sfaccettature della notte. Un mosaico insonne in cui perdersi è d’obbligo, in attesa che tornino a farsi vive le certezze del giorno.

Sull’autore:
Vincenzo Barone Lumaga è nato nel 1978 a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Avido lettore di narrativa di genere – dal poliziesco alla fantascienza, dalle ghost stories alla narrativa fantastica, soprattutto dei Maestri di lingua anglosassone – scrive racconti, con crescente continuità, dal 2005. Laureato in Giurisprudenza, esercita a Napoli la professione di avvocato penalista. Quando non legge, non arringa e non scrive, si diletta come bassista, chitarrista e compositore.

Fabio Lastrucci



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