Possessione demoniaca o suggestione?
Ennesima pellicola che fa leva sul fenomeno dell’esorcismo, Le origini del male fatica nella costruzione narrativa abusando eccessivamente di mezzucci sterili e prevedibili. Lo spavento e l’orrore sono ben lontani dai canoni prestabiliti; Le origini del male provoca ben più di uno sbadiglio.
1974, Oxford. Il professor Joseph Coupland inizia un esperimento molto particolare, nel quale coinvolge due suoi studenti e un videoamatore. Oggetto dell’esperimento è Jane, giovane ragazza che ha tentato più di una volta il suicidio e che è convinta di essere posseduta da un essere maligno. Il professore non crede alla ragazza e il suo interesse è quello di documentare scientificamente che il tutto è frutto della suggestione e dell’infanzia tormentata della stessa.
Prodotto tratto da una storia vera (energicamente rivisitata), il film diretto da John Pongue non trova il bandolo della matassa e si rivela superficiale e scontato. Difatti evitando di sfociare nel genere splatter, preferendo una narrazione più lineare e frutto di incubi ricorrenti, Le origini del male si trascina stancamente in direzione di rivelazioni più o meno prevedibili. E il risultato purtroppo non è dei migliori perché la vicenda comincia a rivelarsi ritmata nelle scene conclusive, sequenze nelle quali il sangue scorre a fiotti. Tuttavia non basta perché qualche apparizione fugace dietro l’angolo, vocine malefiche che raggelano il sangue nelle vene e sedute spiritiche improvvisate non sono sufficienti per inchiodare lo spettatore sulla poltrona. E ciò è evidente a causa di un impoverimento creativo che coinvolge l’intero genere horror, che ormai abusa eccessivamente di possessioni demoniache e di found footage posticci. Il genere ha bisogno più che mai di stile, di innovazione o di un ritorno allo spirito seventies, del quale James Wan sta ampiamente appropriandosi, laddove segue le orme di filmakkers che hanno fatto la storia dell’horror. Il filone “possessioni demoniache” lascia il tempo che trova e non riesce a incuriosire lo spettatore, a renderlo un perfetto voyeur che spia dal buco della serratura.
Le origini del male perde in partenza a causa di una linearità narrativa e di un’impostazione eccessivamente televisiva, che “pulisce” l’immagine rendendola poco evocativa e diversamente violenta. Infatti si ha l’impressione che Pongue sposti la macchina da presa appena in tempo, provocando la curiosità dello spettatore senza appagarla minimante. Non è un caso che molto spesso Pongue esibisca un momento topico nei suoi istanti iniziali per poi interromperlo in modo imprevisto.
Insomma Le origini del male non convince, mischia divinazione e scienza e si rivela un esercizio di stile mal riuscito.
Uscita al cinema: 2 luglio 2014
Voto: *