P'tit bonhomme.
Piccolo omino.
Ti hanno chiamato cosi' tutti, dal chirurgo alle infermiere, da quando sei nato a quando siamo usciti finalmente in cinque, dall'ospedale, nel sole di un luglio bruciante dove quaranta gradi facevano sciogliere tutti ma erano giusti per te che non dovevi perdere una caloria, intabarrato in un pigiamino di ciniglia spessa e in un cappellino bianco taglia mini mini che invece ti scivolava comunque sugli occhi, cosi' grandi sul quel visino sottile.
Sei stato tirato fuori troppo presto perche' di questi tempi gli algoritmi contano piu' di quello che dicono le mamme: la tua carriera di futuro uomo grande e grosso e' quindi cominciata da subito, millilitro per millilitro di latte, ora dopo ora di contatto tra la nostra pelle. Mentre scrivo queste parole accarezzo con gli occhi le tue coscette finalmente tornite e le tue guance rotonde che ora contornano un musetto da furbastro tra i tuoi occhi svegli e i primi sorrisi consci che ci regali.
Sono passate 6 settimane, piu' di un kg e mezzo e a giudicare dalle tutine almeno sei centimetri.
Due giorni fa abbiamo attraversato l'oceano insieme per la prima volta, tutti i passeggeri passavano a guardarti, sorridevano e chiedevano se eri appena nato, ma io adesso non ho piu' paura che tu sia troppo fragile, non ho piu' timore d non aver saputo proteggerti meglio dai medici che ti misuravano mentre eri dentro di me e non racconto nemmeno piu' del perche' sei cosi' piccolino.
Non sarai piccolino per sempre, l'ho imparato con le tue sorelle, tutti voi non importa quanto piccoli eravate all'inizio, quando vi ho visto la prima volta, crescete e diventerete grandi, e allora mi godo questa tua misura da fagottino contro il mio petto, queste tue manine che stringono con forza il mio dito nonostante siano cosi' leggere. Che hanno sempre stretto con forza, anche la prima volta, quando sei nato e ti hanno appoggiato sulla mia spalla: avevi gli occhi aperti nonostante fossi davvero un pulcino, tutto rosso e viola, cosi' minuto da sembrare irreale.
Ricordero' per sempre il calore della tua guancia mentre ci appoggiavo un bacino e piangevo anche io con te, finalmente libera dal peso dei dubbi che hanno accompagnato la tua attesa, finalmente tua mamma.
Tutti intorno i medici e le infermiere ripetevano come una canzone che stavi bene, che dovevi solo mangiare e sarebbe tutto andato per il meglio.
E in questo nostro primo momento insieme, c'era anche il Tato, tutto vestito di violetto come il personale in sala operatoria. Ricordero' sempre i suoi occhi colmi di meraviglia, perche' lui non sapeva che eri Leon, anzi era pressoche' certo che saresti stata Clarice.
Caro Leon, sei nato in un momento in cui in me non c'e' solo gioia per il tuo arrivo ma anche molta paura e tristezza. Avrei voluto aver il tempo di costruirti un fiocco, prepararti un corredino di sole cose speciali solo per te, avrei voluto essere pronta ad accoglierti e dedicarmi testa e cuore solo a te, come e' stato con le tue sorelle.
Non mi e' stato possibile, ma siccome il destino fa giri larghissimi, da altrove sono arrivati segni spontanei che hanno concorso a celebrare il miracolo del tuo arrivo riempiendo i buchi lasciati dalla tua mamma travolta dagli eventi: i primi pigiamini sono stati quelli che hanno tenuto al caldo un altro bambino nato piccino piccino che oggi e' grande e robusto.
Il tuo primo pupazzino e' un bellissimo leoncino che tua zia ha scelto come segnaposto per te alla sua festa di matrimonio, l'altro giorno.
La tua copertina bella, quella che un giorno ti daro' per usarla per il tuo primo figlio o figlia, anche se e' un regalo scelto da un'altra signora, l'avrei scelta io identica perche' e' del mio colore preferito.
Sono arrivate cartoline, messaggi, da posti anche molto lontani.
Insomma, le persone che vogliono bene alla tua mamma ti hanno offerto un po' del loro cuore e dei loro pensieri, perche' sapevano che in questo momento io, il Tato, il nonno e la nonna, non potevamo darteli tutti.
E ancora piu' di tutte queste persone, ci sono state da subito le tue sorelle che ti hanno dato tutto il loro amore incondizionato e tutta la loro attenzione.
Sei il p'tit bonhomme adorato dalle tue sorelle che hanno preso a chiamarti da subito Leuo Piccoletto e ti raccontano storie, ti riportano il ciuccio ogni volta che cade e lanciano l'allarme mamma ogni volta che hai bisogno di me e io non sono gia' li'.
Sei il p'tit bonhomme che ha aperto l'evoluzione nel nostro esser genitori di tre, di quella che si dice una famiglia numerosa.
Sei il p'tit bonhomme per il quale il tato sta scoprendo in se' idee e sentimenti mai messi a fuoco prima, per diventare tuo padre al suo meglio, come ha fatto per le tue sorelle.
Sei il p'tit bonhomme che mi ricorda la leggerezza e la forza connaturate alla vita, nel momento in cui trovare leggerezza e forza per sostenere, per credere e per sperare e' difficile.
Ma tu mi ricordi che e' difficile, non impossibile.
Mi sostieni nel tirare fuori il meglio delle mie risorse interiori.
Stiamo crescendo insieme, io e te : caro piccolo Leoncino, mon p'tit bonhomme, sei con noi da sei settimane e io gia' devo ringraziarti per tutto quello che fai per me da quando sei arrivato.
Ti voglio bene, da prima, da ora, per sempre.